Cristo, tu ci sei necessario

Recentemente ci sono stati due fatti che hanno attirato la mia attenzione e che mi hanno fatto molto riflettere. Il primo di questi è la realtà dei cattolici in Sri Lanka. Come ben sappiamo proprio il giorno di Pasqua alcune chiese cattoliche in questo paese dell’Asia, unitamente ad alcuni alberghi, sono stati oggetto di vili attentati da parte del terrorismo di matrice mussulmana, come del resto accade purtroppo spesso in tante parti del mondo. Centinaia di morti soprattutto negli attacchi alle chiese che in quei paesi, con la concomitanza della solennità pasquale, erano molto affollate. Non penso solo ai morti ma anche ai tanti feriti dei quali non pochi porteranno segni nel loro corpo di questa crudeltà e malvagità. Oltre a questo spargimento di sangue e al dolore che ne è conseguito una delle conseguenze è stata che ai cattolici non è stato permesso, per ragioni di prudenza, di poter assistere alle S. Messe e di fatto per alcune domeniche le chiese sono state chiuse. Va notato che la Chiesa cattolica in Sri Lanka è minoritaria (7-8%), eppure è stata così duramente colpita. Comunità che sono state messe alla prova e che però hanno rafforzato la loro fede anche domandando la forza che viene dal celebrare il sacrificio eucaristico, dal mettere Gesù al centro della loro vita in modo non teorico ma reale. Guardando a questi fratelli si è messi di fronte ad una bella testimonianza. Difatti per loro la Messa è vista come una necessità in quanto possibilità di essere con Cristo e nutrirsi di Lui. Proprio in questi giorni il Vangelo delle Messe feriali proponeva Gesù che dice di essere il Pane della vita, chi mangia di Lui vive in eterno. L’altro fatto che mi ha colpito è stata la vicenda di Asia Bibi che ha potuto lasciare il Pakistan per recarsi in Canada e cercare di vivere una vita “normale”. Asia Bibi è stata imprigionata per tantissimo tempo solo perché sospettata, ingiustamente, di aver offeso il profeta Maometto. Per anni è stata in carcere, sottoposta a vicissitudini molto pesanti, eppure non ha receduto dalla sua fede in Gesù. Essere imprigionata per anni, lasciare il proprio paese perché, pur innocente, viene perseguitata e minacciata di morte, è sicuramente una prova grande. Davanti a queste due testimonianze di cristiani perseguitati, ma potremmo prenderne tante in altre parti del mondo, balza evidente il fatto che è Cristo la vera cosa necessaria. Che in Lui vale la pena di riporre la nostra fede e la nostra speranza anche davanti alle prove. Lui non delude e non tradisce. In Lui troviamo la salvezza e la certezza di un Amore grande. don Luca