Fragile e potente

Viste, a pelle, facevano tanta tenerezza. Parlo delle immagini che ritraevano il Papa emerito Benedetto XVI in carrozzina nel suo ritorno in Germania per stare vicino al fratello maggiore che ha visto aggravarsi la salute. Si parla di due persone, Benedetto XVI di 93 anni e il fratello Georg di 96. Ci sarebbe anche qui tenerezza a tutto spiano. Ma sarebbe riduttivo. Non è difficile capire che nutro un grande legame e rispetto per il Papa emerito, pregando ovviamente tutti i giorni per il regnante Francesco. L’incontro fatto con Papa Ratzinger tre anni fa è stato per me uno dei momenti toccanti della mia vita. Ma ciò cui mi sono sempre richiamato è quello di vedere cosa il Signore dice attraverso le figure di testimoni che ci mette sulla nostra strada. Cosa può dire oggi questo gesto? Dice – in un momento in cui la gente è stata ed è terrorizzata dalla morte – che la vita va data. E che va data per amore. Quell’amore per cui si deve rischiare anche un viaggio simile. Perché la letizia dell’esistenza, anche fragile e vecchia, viene da questo offrirsi a Dio, quindi alle circostanze e agli uomini. “Uno riceve la vita proprio quando la dona”, disse il Papa nella sua ultima udienza generale il 27 febbraio 2013. La visita in Germania del Papa emerito comunica l’attenzione non solo verso la cerchia dei familiari ma più in ampio a chi soffre. E’ la presenza di Cristo accanto a chi è sofferente, a chi è bisognoso di conforto e vicinanza. Aspetti che sono sempre importanti da tenere desti e presenti, in un momento come questo dove si tende a diradare relazioni e prossimità. Mi colpisce come in questi momenti, in diverse persone (non tutte per fortuna …), domini più il senso di paura che quello del necessario rispetto e della chiara responsabilità. L’altro sembra estraneo, quasi nemico. La dolcezza di Papa Benedetto, che si fa debole coi deboli, mi richiama a questa attenzione dei rapporti e delle relazioni. E le immagini di un Papa che non parla più sono anche più eloquenti di tante parole. Anzi sono la sintesi più efficace delle sue parole di Papa. Un po’ come quelle di Giovanni Paolo II che non poteva più dire molto ma che, curvato in avanti dalla malattia, salutava la folla appoggiandosi alla croce, dopo che per anni aveva cercato di spiegare la potenza salvifica della sofferenza. Il significato del giogo dolce e leggero offerto agli uomini da Gesù per ristorarli che risulta una follia per i pagani immersi nell’edonismo egoista. Un uomo, Joseph Ratzinger, che mostra il valore della preghiera, forte, fedele e appassionata, davanti al mondo che dopo la paura del contagio e della morte si rituffa nella dimenticanza del proprio destino, come se passato l’evento ci si possa basare soltanto su un neutrale distanziamento e sulle buone maniere. Questo uomo fragile ci dice che nel rapporto con Cristo consiste tutto anche quando ti scopri fragile e debole. Ci comunica che in Cristo troviamo il senso pieno e vero di quello che più abbiamo a cuore. A uomini così vien voglia di stare vicini per imparare.     don Luca