Lasciamoci cercare dal Risorto!

La mattina di Pasqua la strada verso il sepolcro si affolla di gente; le donne, Pietro e Giovanni, tutti pensano di andare a vedere qualcosa che è successo. La realtà è invece Qualcuno che va loro incontro. Va incontro in una modalità sorprendente, da risorto. Gesù non è un cadavere di cui si sono perse le tracce, non è un morto da piangere, ma è il Figlio di Dio, nato per noi, morto per noi e per noi risorto. La novità della Risurrezione è che ci mostra la realtà di Gesù che vince peccato e morte, dopo che li ha inchiodati sulla Croce. Questo avvenimento è quello che fa sì che noi prima di cercare, veniamo cercati. Cosa potrebbero vedere i nostri occhi, spesso offuscati dal peccato e dalle mancanze verso l’amore di Dio? Cosa potrebbe sentire il nostro cuore che troppo si lascia catturare dalla pigrizia? Non potremmo nulla, se non per il fatto che Lui venga a cercare noi. E’ Gesù che si mostra alla Maddalena, è Gesù che va dagli Apostoli nel cenacolo, è Gesù che ritorna per farsi mostrare a Tommaso, è sempre Gesù che accompagna i due sfiduciati e delusi discepoli di Emmaus… e così via le altre apparizioni del Risorto. E’ Gesù che viene incontro a loro e che viene incontro a noi per cercarci. Ci cerca perché vuole renderci partecipi di quello per cui è venuto sulla terra, ovvero mostrare l’amore di Dio e donarci la salvezza. Un Amore che è arrivato ad abbassarsi, ad umiliarsi e a morire sulla Croce. Davanti ad un gesto così comprendiamo bene che l’iniziativa è la sua, che il primo passo è fatto dal nostro Salvatore. E’ Lui che mi viene a cercare nelle pagine della mia vita. Quando gioisco, Cristo risorto è con me. Quando sono sofferente e provato dalle situazioni che mi capitano, Egli è accanto a me per dirmi: “Non temere, io ho vinto tutto”. E’ Lui che mi viene a cercare, e io altro non devo fare che riconoscere questa Presenza. Una Presenza che viene incontro a me dentro modalità semplici, e allo stesso tempo profonde. Nell’Eucarestia c’è davanti a noi ben più di un pezzo di pane, in quanto nell’avvenimento della Risurrezione essa è il Pane della vita, è il suo Corpo dato a me per la mia salvezza. La Confessione non sono quattro generiche chiacchiere in privato, ma la potenza liberatrice di Colui che risorgendo ha vinto il maligno e mi rende libero davvero. In questa Pasqua facciamo anche noi l’esperienza di lasciarci cercare. La Parola di Dio possa trovare un animo attento ad accoglierla, la vita dei Santi sia il Quinto Vangelo da ascoltare e da imitare. La carità non sia una bella parolina ma la modalità con la quale Cristo mi visita e io mi lascio guidare da essa. Buona Pasqua!     don Luca