Ma io vi dico….

Il Vangelo di questa domenica, la sesta del Tempo Ordinario, è occasione per sottolineare il valore delle scelte. Tutta la nostra giornata è fatta di scelte. Per uno studente la scelta è se studiare o vivacchiare. Sul lavoro è se farlo con coscienza dando la giusta rilevanza o cadere negli eccessi dell’ossessione dell’esagerazione o al contrario della poca passione e della scarsa produttività. Nella vita sociale possiamo scegliere se impegnarci in modo attivo e costruttivo o rinchiudersi nel proprio piccolo orticello. L’essere figlio di Dio mi chiede di riconoscere Gesù come Colui che dona parole di vita eterna o di riporlo come un “soprammobile spirituale” da usare solo in alcune condizioni. E via dicendo… Le scelte sono quindi quotidianamente una realtà con la quale imbatterci. Gesù nel Vangelo parla chiaro: servono delle scelte che siano favorenti la nostra personale crescita. Diversamente ci lasciamo contagiare da quelle situazioni che ci fanno tendere al ribasso. Possiamo nasconderci dietro il comodo paravento di una diffusa mentalità del “così fan tutti”, che diventa la nuova legge che permette di giustificare il nostro atteggiamento, con le varie attenuanti del caso. Un atteggiamento che punta sempre al ribasso, e che fa scendere la soglia della capacità di cogliere la realtà nella sua interezza. Facendo un esempio, fra i tanti, si può prendere l’educazione dei figli. Per molti genitori è importante che il figlio stia bene di salute (ci mancherebbe), che sia bravo a scuola (alla fin fine è poi il suo compito/lavoro), che faccia attività sportive o musicali o quant’altro (magari con un affollamento di impegni settimanali molto elevato, con corse da un posto all’altro, tipo pallina del flipper), che a casa sia bravo senza disturbare troppo. Da questo quadro, viene tranquillamente trascurato l’aspetto della vita di fede, dove il catechismo è messo come un peso, nell’ultima posizione della graduatoria. Dove la Messa domenicale è, con buona pace, saltata a piè pari. Salvo poi “pretendere” che il proprio figlio riceva i Sacramenti come se fossero semplici pratiche che si ottengono dopo il trascorrere di un tot di tempo (col minimo impegno). La Parola del Vangelo a tal proposito è molto chiara, siamo chiamati a non accontentarci di passare dove l’acqua è più bassa, ma di imparare a nuotare. Gesù ci chiede di fuggire una ipocrisia borghese, che fa sentire in modo illusorio di essere dalla parte del giusto con un carico quasi arrogante di pretesa, per abbracciare invece uno sguardo che allarghi il cuore cercando di lasciarsi provocare dalla bellezza della proposta cristiana. Nel Vangelo Gesù ci ricorda: “Avete inteso che fu detto … ma io vi dico”. Quel “ma io vi dico” è lo sprone a non lasciarsi ingabbiare dalla mediocrità e dalla accidia, ma di tendere alla verità. La verità che ci rende liberi, la verità che non ci riduce a macchiette nelle mani del potere di oggi, ma che ci rende protagonisti della propria vita. Seguire Cristo è possibile dentro il cammino che la Chiesa ci propone dentro il volto della Comunità nella quale viviamo. Con un desiderio così siamo capaci di poter dare alla propria vita una dimensione più adeguata alla nostra umanità. don Luca