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Chiesa di Sant’Eufemia

Non c’ alcun documento che attesti il periodo in cui fu eretta la piccola Chiesa sulla storica rupe, ma vi accennano spesso le cronache e le tradizioni medievali. L’attuale costruzione risale al 1662, ma il Ninguarda (1593) descrive sommariamente il precedente edificio, da lui trovato molto danneggiato a causa delle battaglie che portarono all’abbattimento del Castello di Gian Giacomo Medici da parte dei Grigioni nel 1532. L’odierno edificio un piccolo oratorio ad una navata dalle forme semplici e graziose, fronteggiata da un portico su due colonne ad ampia campata: sulla pietra della finestra destra della facciata scolpita la data 1662. Due rozze croci scolpite in rilievo sullo stipite destro del portale, attestano la consacrazione, ed i numerosi pezzi di marmo lavorato, alcuni con iscrizioni, ricordano l’antichit e l’importanza del luogo.
Quanto alla tradizione di Sant’Eufemia, il cui nome potrebbe essere di origine bizantina come la chiesa omonima dell’Isola Comacina e la basilica fondata in Como da Sant’ Abbondio (poi divenuta San Fedele), lo stesso Ninguarda (1593) riferisce che ogni anno convenivano a Musso le popolazioni vicine, ed in particolare gli abitanti di Sueglio.
Sulla persona della santa sono fiorite molte leggende. Una di queste racconta che la santa, originaria di Sueglio, in Val Varrone, fosse stata cacciata dai compaesani stanchi delle sue osservazioni e che abbia attraversato il lago, sorretta dalla fede e dal suo grembiule. Giunta vicino al sasso di Musso, decise di stabilirvisi perch da l poteva vedere in lontananza il suo paese natale, fu subito accolta ed aiutata dai contadini di Musso e di Dongo che alla sua morte eressero in suo onore la chiesetta. Continua la leggenda che i donghesi, gelosi della santa, in una notte murarono la porta rivolta verso Musso per aprirne un’altra verso Nord, ma il mattino seguente essa fu rinvenuta nella sua posizione originaria. Riguardo al paese di origine di S. Eufemia, sappiamo che la Val Varrone era compresa nei possedimenti del Medeghino ed era dunque soggetta alla sua giurisdizione. Per molti anni (ora non pi) i suoi abitanti attraversavano il lago per portare omaggio alla santa, la terza domenica di settembre, giorno della sua festa. Un’altra leggenda, che ha certamente origine dalla paura che il lago generava nei montanari con le sue acque profondissime, dice che la santa tentasse la traversata con una campanella ed una sega, per dividere le acque al suo passaggio. Giunta quasi alla fine del viaggio quest’ultima le sfugg di mano mettendosi a suonare, e lei la maledisse gridando “scendi, scendi che non toccherai mai fondo”. La gente sostiene che si odono ancora i lenti rintocchi della campana che scende nel lago durante le tempeste, quando le onde biancheggiano di spuma e il lago diventa livido e violento. Nel Seicento fu a lungo contesa tra il comune di Musso e quello di Dongo, finch nella definitiva accertazione dei rispettivi confini S. Eufemia rimase di amministrazione della parrocchia di S. Biagio.
I primi documenti scritti risalgono al 1709 e al 1765 in cui si attestano opere di riparazione su ordine del vescovo di Como. A met del secolo fu posta la campana benedetta dal parroco Rumi, nel 1867 fu costruita la volta e riparato il tetto in condizioni precarie. Gli operai della ditta Scalini regalarono nel 1948 un nuovo altare di marmo di Musso, fu posto il pavimento di marmo nel presbiterio e ricostruito il tetto del campanile lesionato da un fulmine. Nel 1962 la navata e il portichetto furono dotati di un tetto di ardesia della Val Malenco. Nel 1997 fu rifatto parte del tetto della Chiesa e ridipinto l’interno ed il porticato.