Il cibo, il «bisogno» del cibo, il «sentirne» bisogno
La prima componente, e diciamo pure il presupposto di un pasto, è il bisogno di nutrirsi. Il bisogno è un fenomeno complesso che coinvolge la biologia e la psicologia. Il fatto di aver bisogno di ciò che è esterno a noi per poter vivere rivela la nostra incompletezza, la nostra imperfezione, il nostro limite. L’essere umano è un essere bisognoso, costretto, per così dire, a chiedere. Se intorno a sé non trova cibo, rischia di morire. Ma può rischiare di morire anche se, pur essendo circondato da tutti i cibi e le bevande di questo mondo, soffre di grave inappetenza, ossia se non sente lo stimolo di mangiare, se rifiuta il cibo, se il suo organismo non lo richiede. Non solo l’esistenza del cibo, quindi, ma anche sentirne il bisogno è indispensabile per vivere. Il bisogno non è solo una necessità ma anche un dono senza il quale non si vive. In questo senso, l’essere umano è un essere bisognoso: vuoi esteriormente perché ha bisogno di cibo, vuoi interiormente perché ha bisogno di desiderare il cibo. Il bisogno è una attitudine interiore, un modo di sentire, una disposizione personale verso ciò che è esterno, e che consente di accogliere ciò che è esterno. Il banchetto è il rito di quella disposizione e di questa accoglienza, la trama simbolico-religiosa che lavora sulla interiorità del bisogno (del cibo, di Dio) per consentire l’incontro con l’altro da sé. L’Eucarestia nutre per la vita nuova, ma è necessario il bisogno/desiderio di questo nutrimento. Cristo si pone davanti a noi come cibo. L’Eucarestia è il pane spezzato dell’Amore e della Carità di Dio nei nostri confronti. Il cibo che Dio ci offre è abbondante e buono: “Io sono il pane vivente, quello disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,51). Lo stupore e la commozione sono gli atteggiamenti che consapevolmente possiamo sperimentare davanti alla Eucarestia. Non è frutto della nostra iniziativa ma è la libera scelta di Dio che ci ha donato in Gesù quello che ci serve, quello che è necessario. Fra ciò che Dio ci elargisce (la Comunione) e gli effetti che offre (relazioni belle con Dio e con i fratelli nel presente e la vita eterna nel futuro) c’è la nostra libertà. O meglio. Il nostro sentire bisogno di questo cibo e degli effetti che esso produce. Qui c’è la scelta fra nutrirci e rimanere senza cibo, fra lo stare bene e la mancanza. Il dramma dell’uomo non è il non essere perfetti, ma il non desiderare ciò che Cristo ci dona nell’Eucarestia. don Luca