Il timor di Dio

«Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava, ma l’altro lo rimproverava: “Neanche tu hai timore di Dio, benché condannato alla stessa pena?”» (Lc 23,40). Questa frase, rivolta al cattivo ladrone, viene pronunciata dal buon ladrone sulla croce. Essa ritorna spesso durante le Via Crucis e comunque nei racconti della Passione. Viene messo l’accento sul tema del “timore di Dio”. Cos’è il “timore di Dio”? Come ben sapranno i miei quindici fedeli lettori, il timor di Dio è uno dei sette doni dello Spirito Santo, e quindi qui ci portiamo in un campo dove siamo al cospetto della Terza Persona della Santissima Trinità. Un dono che viene da Dio, attraverso la Grazia dello Spirito Santo e che ci pone dentro una dimensione di un qualcosa che ci viene offerto. Conseguentemente è un aspetto che riceviamo e non qualcosa che istintivamente viene fuori da noi.

A volte si rischia di fraintendere il “timor di Dio” come la paura nei confronti di Dio. Questo atteggiamento è sbagliato e non conforme a quanto invece esso è. La paura sorge in noi quando siamo davanti ad un pericolo, a qualcosa che ci turba e ci tormenta. E’ una reazione che manifesta una nostra debolezza. Abbiamo paura perché di fronte al pericolo ci sentiamo deboli e sprovvisti di adeguata difesa. Del timore del Signore invece così sta scritto: «Venite, figli, ascoltatemi; v’insegnerò il timore del Signore» (Sal 33, 12). Dunque si impara il timore del Signore, perché viene insegnato. Questo genere di timore non sta quindi nello spavento naturale e spontaneo, ma in una realtà che viene comunicata come una dottrina. Non promana dalla trepidazione della natura, ma lo si comincia ad apprendere con l’osservanza dei comandamenti, con le opere di una vita innocente, e con la conoscenza della verità. Per conto nostro il timore di Dio è tutto nell’amore, e l’amore perfetto perfeziona questo timore. Il compito proprio del nostro amore verso Dio è di ascoltarne gli ammonimenti, obbedire ai suoi comandamenti, fidarsi delle sue promesse. Ascoltiamo dunque la Scrittura che dice: «Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore tuo Dio, se non che tu tema il Signore tuo Dio, che tu cammini per tutte le sue vie, che tu l’ami e serva il Signore tuo Dio con tutto il cuore e con tutta l’anima, che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi, che oggi ti do per il tuo bene?» (Dt 10, 12). Il timore del Signore è dunque segno del fatto che si accolgono e si rispettano le realtà sacre perché importanti e perché preziose per la nostra vita spirituale. Il timore di Dio, quindi, è il dono dello Spirito che ci ricorda quanto siamo piccoli di fronte a Dio e al suo amore e che il nostro bene sta nell’abbandonarci con umiltà, con rispetto e fiducia nelle sue mani. Questo è il timore di Dio: l’abbandono nella bontà del nostro Padre che a tutti noi vuole tanto bene.                         don Luca