Quando si avvicina la festa del Corpus Domini affiora in me la consapevolezza di poter vivere una delle celebrazioni che in modo solenne pongono al centro l’Eucarestia. Essa è la Presenza reale di Gesù in mezzo a noi, è il suo rendersi dono per tutti coloro che lo possono pregare, che lo vogliono adorare e che sono in grado di riceverlo nella Comunione. All’Eucarestia sono legati tanti ricordi e tante esperienze. Mi vengono in mente le S. Messe di Prima Comunione che da sacerdote ho potuto celebrare, dove l’emozione e la gioia di chi in modo sincero si accosta per la prima volta al Corpo di Cristo è una condizione che suscita il richiamo al fatto che Colui che si dona è Dio stesso. Mi fa desiderare di vivere con delicata e appassionata partecipazione l’incontro con Gesù; delicata perché davanti ad un Dono così grande e bello ci si deve porre con il dovuto rispetto e la sentita devozione. Appassionata perché non si può ricevere Gesù rimanendo freddi, distratti e distaccati. Ma un ricordo che affiora, accanto a questi, riguarda una persona che ho conosciuto anni fa, in una delle parrocchie dove ho esercitato il mio ministero sacerdotale. Si tratta del Paolino. Il Paolino era una persona anziana, rimasto vedovo della sua cara moglie qualche anno prima che arrivassi in quella comunità. Viveva da solo assistito e aiutato dai parenti. Aveva abitato per anni in una cascina fuori dal paese, facendo il contadino, tanto che al suo nome era abbinato questa località. Il Paolino era poi venuto ad abitare in una casa del vecchio centro del paese. Partecipava sempre alla S. Messa domenicale alla quale veniva col “vestito bello” (in realtà semplice e modesto ma gli conferiva una dignità particolare) e il suo immancabile cappello. Si accostava alla Confessione manifestando un animo delicato e allo stesso tempo profondo. Col tempo, l’età e la salute gli hanno impedito di uscire di casa, e di partecipare alla S. Messa come invece avrebbe ardentemente voluto. Mi ricordo di un episodio legato proprio al Corpus Domini, quando con la Processione eucaristica si passò proprio vicino alla casa del Paolino. Portando l’ostensorio col Santissimo notai sulla porta di casa sua il Paolino che vedendo la processione si tolse il cappello con segno di grande devozione, come una preghiera recitata con passione. Qualche giorno dopo in occasione della visita per la Comunione gli ricordai quel gesto, e il Paolino, con il candore di cui era capace mi disse: “Don Luca, à l’è passà ul Padrun del mund!”. Bene, a distanza di anni, questa frase rimane una delle più incisive catechesi sull’Eucarestia. Grazie Paolino! don Luca