L’altro giorno, celebrando la S. Messa in una delle nostre chiesette, mi è capitata una esperienza che mi ha toccato. Nel momento della consacrazione quando ho alzato l’Ostia prima e il Calice dopo, li ho visti colpiti da un fascio di luce che entrava dalla finestra laterale. Premetto che non ho avuto né visioni né rivelazioni private, semplicemente mi è apparsa in modo più nitido e più “illuminata” la bellezza che in ogni Santa Messa è presente: Cristo che diventa Corpo e Sangue per la salvezza dell’uomo. Il grande miracolo che accade su ogni altare in ogni Santa Messa, l’ho visto colpito da questo fascio di luce che mi ha ridestato una maggiore attenzione. Come in un dipinto di Caravaggio, pittore che usava i fasci di luce che arrivavano su qualche parte della persona (pensiamo al famoso quadro della vocazione di San Matteo), così questo fascio di luce ha avvolto con delicatezza la Presenza reale di Cristo nella Eucarestia. Questo fatto mi ha accompagnato nella giornata, mi ha lasciato dentro la consapevolezza che il Signore non smette mai di illuminare la nostra bella esistenza con il Suo rivelarsi a noi.
Per me, che ho ricevuto il dono della vocazione di essere sacerdote, avere avuto un aiuto a tenere desto il significato dell’essere davanti a Cristo è stato un fremito di gioia e gratitudine. Ho pensato e pregato perché anche le persone che sono a me affidate nelle tre Parrocchie della nostra Comunità Pastorale, possano trovare esperienze e volti che aiutino a vedere “illuminate” le loro vite dalla Presenza del Signore. Non è una questione di poesia o sentimentalismo, è piuttosto il desiderio che possa accadere il riconoscimento del Suo essere accanto a noi. Non di rado capita infatti che quelle che il Vangelo chiama le “tenebre” offuschino la possibilità di vedere che Cristo è prossimo alla nostra esistenza. La visione materialistica della realtà, una presunzione di autosufficienza, una indifferenza religiosa, conducono ad avere la “vista” offuscata con il conseguente impedimento a vedere Chi abbiamo accanto, che ci ama di amore infinito. Ben venga allora il tempo quaresimale che ci fa vivere una riscoperta del nostro Battesimo attraverso la Parola di Dio, attraverso i gesti della carità e i momenti di preghiera. Proprio nel Battesimo, è sempre bene ricordarlo, abbiamo ricevuto la grazia di essere illuminati dalla luce di Cristo, accesa al cero pasquale. Nella solenne Veglia Pasquale potremo rispondere: “Deo gratias” alla acclamazione: “Lumen Christi”, la luce di Cristo. don Luca