Guardiamo un film, leggiamo un libro: don Camillo

Nella cinematografia italiana i film su don Camillo sono delle pietre miliari. Film in bianco e nero ma sempre veri e attuali, freschi per l’umanità che trasuda dai personaggi che li compongono. E’ bello leggere anche i libri su don Camillo scritti da Giovannino Guareschi, un grande uomo e scrittore che seppe manifestare la sua fede in tempi non facili. Qui sotto lascio un breve video di uno delle tantissime scene particolari di uno dei film, che parla del testamento della maestra Cristina. Una chicca! (specialmente in questi tempi…). Sotto trovate una breve presentazione dei film. Buona visione, buona lettura, don Luca

https://youtu.be/aZusSbqBfAs

LA TRAMA DEI FILM DI DON CAMILLO

Cinque film di cui tre capolavori (gli ultimi due invece non furono all’altezza); video con le differenze tra la versione italiana e quella francese

1) DON CAMILLO (1951)

Brescello non è un paesino come gli altri, perchè le dispute tra il parroco don Camillo e il sindaco comunista Peppone sono all’ordine del giorno. I due cercano in ogni modo di ostacolarsi nei rispettivi progetti e il temperamento focoso di Don Camillo deve scontrarsi con i rimproveri del crocifisso della chiesa Il battesimo dell’ultimo genito del sindaco, l’inaugurazione della Casa del Popolo, lo sciopero dei braccianti e una partita di calcio sono alcuni dei pretesti che danno origine agli scontri. Proprio dopo una scazzottata generale, don Camillo viene mandato per punizione in una chiesetta di montagna.

2) IL RITORNO DI DON CAMILLO (1953)

L’allontanamento di Don Camillo sconvolge la vita di Brescello: Peppone ha problemi con un latifondista, in paese nessuno si vuole più sposare e il vecchio medico condotto prima di morire vuole confessarsi solo con il prete in esilio. Peppone si vede costretto a chiedere al vescovo il ritorno dell’amico rivale, che lo aiuterà a sistemare tutti i guai. L’alluvione del Po metterà in ginocchio la Bassa, ma saprà esaltare il valore dell’amicizia e dell’aiuto nei momenti di difficoltà.

3) DON CAMILLO E L’ONOREVOLE PEPPONE (1955)

Peppone, sindaco comunista di Brescello, si candida alle elezioni. Una compagna di partito mandata dalla sede centrale a Brescello per aiutarlo nella campagna elettorale lo fa invaghire di sè. L’intervento del combattivo parroco don Camillo salva la situazione e contribuisce a mantenere la serenità nella famiglia del Sindaco. Ottenuto il seggio, Peppone si prepara a lasciare il paesino emiliano , ma l’amore per la sua terra avrà il sopravvento sull’ambizione politica.


4) DON CAMILLO MONSIGNORE… MA NON TROPPO (1961)

Don Camillo, energetico parroco di Brescello è diventato Monsignore mentre Peppone, sindaco comunista del paese, è stato eletto Senatore. Al paese d’origine dei due protagonisti, intanto, si scatena una lotta accanita tra le opposte fazioni che li sostengono. I due eterni rivali hanno il compito di riportare la pace tra gli animi esacerbati dei loro conterranei, obiettivo che raggiungono dopo soliti, numerosi e continui battibecchi.
N.B. Questo film è il più scadente della serie per le infedeltà al personaggio di don Camillo come era uscito dalla penna del suo autore e causò un forte dissidio tra Guareschi e la produzione che portò alla rottura dei rapporti.

5) IL COMPAGNO DON CAMILLO (1965)

Brescello, il paese di don Camillo (Fernandel) e Peppone (Gino Cervi), viene gemellato con una cittadina russa. Una delegazione municipale, guidata dal sindaco Peppone, si reca perciò nella patria del socialismo reale per perfezionare il gemellaggio. A essa, sotto mentite spoglie, si aggrega anche il parroco, ansioso di cogliere gli aspetti deleteri della società comunista. Arrivati in Russia Don Camillo è, naturalmente, l’ospite più irrequieto perchè non può cessare di compiere in ogni situazione la propria missione sacerdotale; celebra la Messa, ridà energia e coraggio ad un pope russo, “promuove” la nascita della storia d’amore fra un giornalista italiano e una bella interprete russa.
N.B. Anche questo film, come il quarto, non è fedele al personaggio originale di don Camillo e anche questo, come il precedente, non ebbe l’approvazione di Guareschi.