Domande

C’è una fase della vita del bambino che è caratterizzata dalle domande. Quando il piccolo acquista la capacità di comunicare in modo da capire e farsi capire cominciano le domande fra cui quella più gettonata è: “Perché?”. Quante volte i genitori si sono sentiti ripetere questo interrogativo. Capita nell’ambito scolastico che gli alunni quanto gli insegnanti espongano delle domande, i primi per capire meglio i secondi per vedere se i primi han capito. Si domandano informazioni in un viaggio per sapere dove andare, per prendere la direzione giusta. Ci sono poi domande dalle cui risposte dipende il corso della vita (pensiamo a quei sì o a quei no che sono arrivati conseguentemente ad alcune domande e che hanno originato scelte importanti). Anche in questo tempo di coronavirus abbiamo tante domande. Ci chiediamo dove è iniziato questo contagio, perché ha toccato anche il nostro paese, cosa succederà da ora in avanti, e la domanda tanto attesa, quando finirà? Tutte giuste e tutte importanti, ma come vediamo a molte di esse non sappiamo dare al momento risposta esaustiva. Ma c’è un’altra domanda, ed è quella che riguarda il futuro ma anche il presente: “Come saremo quando finirà questo periodo?”. Come saremo quando il contagio del virus cesserà i suoi effetti nefasti? Con che cuore guarderò la mia vita? Come saranno le relazioni con le altre persone? Come sarà il mio rapporto con Gesù Cristo? E’ indubbio che ci saranno degli impatti economici che dovremo affrontare, ma anche qui brancoliamo al momento nel buio, ma ciò che conta è come sarà il mio cuore, il mio io ad affrontare ciò che verrà dopo. Cerco di sentire le persone attraverso il telefono o con whatsapp, ma capita a volte di sentire la gente che manifesta la paura. Paura di essere contagiati, paura per il domani. E’ vero, non è facile, ma è altrettanto vero che la paura blocca, spegne la speranza, fa aumentare il disorientamento e crea panico. E’ vero che tanti nostri fratelli e sorelle sono stati contagiati e purtroppo alcuni di essi sono anche morti, è vero che il virus è “brutto” e fa del male, ma fa male anche la mancanza di speranza, che corrompe il cuore di chi magari sta bene in salute. Ecco perché il mio domani lo costruisco sulla speranza e la fiducia che coltivo ora. Ecco perché è importante pregare, pur nelle ristrettezze in cui siamo collocati, perché l’unica e vera speranza ci viene da Cristo che è capace di dare al cuore dell’uomo la capacità di scoprire chi veramente si è. La preghiera ci sostenga e ci aiuti a non perdere di vista il presente e il futuro.    don Luca