A Pianello
Sempre nelle biografie di suor Chiara, don Guanella rivela per così dire il suo cuore. Gli anni di Pianello sono decisivi per la sua maturazione umana e spirituale. Come il seme evangelico sono stati necessari quasi cinque anni di attesa carica di sofferenza e di speranza, di dubbi a volte angosciosi, ma sempre rischiarati dalla fede. Anni di intensa preghiera, di studio e di operosità instancabile a favore dei piccoli e dei deboli. Ben a ragione dunque, Pianello è definitivo la “culla” dell’opera guanelliana
Cinque anni di apparecchio e di aspettazione
Io non sapeva che mi fare…
La cura d’anime non bastava in una popolazione di scarsi 1000 abitanti ad esaurire la mia attività…L’ospizio mi suggeriva ingerenze limitate… non avrei retto a starmi inoperoso. Un pensiero mi martellava: «Sei tu in strada o fuori?…» e intanto che pregava mi diedi indefessamente allo studio… studiava ad ogni ritaglio… ne faceva quasi oggetto precipuo di studio… non era creduto… Improvisamente diedi a stampa programma di associazione per 20 operette di trattazione storica, morale, agiografica. Crebbero poi fino a 50, ultime furono due opere di qualche mole: Da Adamo… e Le glorie. Di tutte ne discorse l’Osservatore Cattolico con…Richiedevano spesa ingente… mi vi applicai affidato alla divina provvidenza… Ottenni e tutto pagai. Un giorno mi giunse da America lettera di un legato di circa 3000 lire. Questo reputai il primo e buon principio: mi vi incamminai sollecito. Lo studio confortava il mio animo e davami mezzo per alimentar gli animi altrui. Santa Teresa, oh quanto dolore…esser grate pei benefici di consiglio! … Suor Chiara se ne mostrava vivamente commossa. Lavorare e non perder tempo un momento, questo è a mio vedere mezzo atto per procacciare il bene altrui e proprio. (L. Guanella, Opere edite e inedite, Vol. VI, “Un fiore di virtù da terra trapiantato nel paradiso”, 1887-1888; pp. 152-153)
Non solo coloro che lo osteggiavano, ma anche dai più “vicini” giungevano di frequente a don Guanella, richiami e segni evidenti di incomprensione … Solo un esempio. Il parroco di Traona, amico e compagno di seminario lo rimproverava perchè aveva deciso di lasciare Traona, ma don Guanella il 5 marzo 1885 gli rispondeva serenamente:
“Al rimprovero che mi fai di essere partito da Traona rispondo che ancor non mi trovo pentito di aver obbedito al vescovo e intendo obbedirgli fino alla fine. Quanto alle difficoltà della pubblica opinione concedo in parte e in parte nego, perché senza difficoltà non si fa un bene. Quanto ai miei progetti, rispondo che intendo coll’aiuto del cielo di lavorare senza posa. Del resto quod Deus vult [quel che Dio vuole]. Io a Pianello lavoro e mangio”. (Lettera di L. Guanella a don Nicola Silvestri, Pianello, 5 marzo 1885)
Ed infine, è significativo soffermarsi su di un particolare evento che segnò la svolta decisiva nel cammino di don Guanella come “fondatore”. Nel 1885, egli si era posto ormai decisamente a capo della piccola Istituzione lasciata in Pianello del Lario da don Carlo Coppini ed allora il Vescovo gli chiese un resoconto della situazione e il programma di ciò che si proponeva. Don Guanella stese un documento nel quale, sinteticamente ma chiaramente, indicava le linee essenziali del suo progetto. L’occasione solenne di atto ufficiale, l’autorità di chi lo richiedeva, la data, la materia, conferiscono straordinaria importanza a questo documento. Solo alcuni cenni che però ci permettono di cogliere la fede adamantina e incrollabile nella Provvidenza Divina, “roccia” su cui aveva fondato i suoi passi specie nella “notte” del dubbio, della prova, nella tentazione del fallimento di cui pure ne aveva subìto il grave peso. Tutto riconosce come “grazia” e finalmente avverte di non camminare più a tentoni, ma a passi sicuri verso la luce. Ed è bello vedere come anche suor Marcellina è coinvolta in prima persona: sottoscrive il testo che andrà nelle mani del Vescovo. Il fondatore e la futura cofondatrice sembrano ripeterci ancora oggi, all’unisono: «“È Dio che fa”. Andiamo avanti!»
19 – 3 – 1885 Pianello Lario, don Luigi Guanella e Suor Marcellina Bosatta a sua Ecc. il Vescovo di Como – (resoconto programma per lo sviluppo dell’Ospizio in Pianello Lario)
Di buon animo adempio l’incarico, datomi da S.E. Monsignor Vescovo in udienza del 12 corrente, di presentare cioè un resoconto-programma per lo sviluppo del pio Ospizio delle Orsoline in Pianello Lario. Darò qui un reso conto morale e materiale del pio Istituto. Darò altresì un resoconto morale e materiale della stessa mia persona affinchè S.E. Monsignor Vescovo possa con maggior sicurezza prendere quelle misure che crederà più convenienti […] In settembre del 1878 io rientrava in diocesi, ma mi costò uno strappo vivissimo il ritirarmi da Don Bosco. E fui per tre anni a Traona, con quella fortuna che ella ben sa. E sopra quel luogo, pel complesso delle cose, io non potevo credere assai alla istituzione avviata, ma sperai sempre che Dio mi avrebbe rimesso su strada sicura. Questo ho di bene, che non provo rincrescimento veruno di aver seguito fin qui la voce del cuore e le indicazioni del superiore. Qualche volta ne mossi lamento ai tempi e alle persone, ma più con la bocca che con il cuore. Parmi confidare più che tutto nella Provvidenza del Signore. Con la guida dall’Alto mi pare di avere molta forza; senza questa, io non mi sento di muover passo […] Io a questa età di 43 anni mi sentirei di ringraziare vivamente Iddio d’ogni bene ed anche d’ogni male venuto fin qui, e di essergli tanto riconoscente che mi abbia indirizzato sopra quella via, per trovare la quale ho faticato in giro fin qui”. Io prego Dio, e mi soscrivo poi in questo giorno di S. Giuseppe, 1885 …… (Antologia di scritti del beato fondatore don Luigi Guanella per le sue Congregazioni; a – 6; 7; 9-10)
Annota don Leonardo Mazzucchi:
“Al dolcissimo sposo di Maria Vergine, Protettore delle Opere pie, parve che don Luigi affidasse la sorte della sua Istituzione, così presentata nel resoconto: il quale è notevole per la luce più diffusa che ci rischiara di lui nella varietà pur nota delle vicende i disegni, la vivezza della fede, l’umiltà dell’anima, la perfetta docilità ai superiori insieme che alla volontà di Dio nel costante proseguimento della sua vocazione”. (L. Mazzucchi, “La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella”; 1920; p. 81)
140 anni sono passati dall’ingresso di don Guanella a Pianello … stiamo vivendo l’Anno dedicato a San Giuseppe. Forse è proprio un invito chiarissimo a ri-affidare la nostra vita e l’intera Opera Guanelliana a questo grande Santo cercando di imitare, il più possibile, la fede e l’abbandono con cui lo fece don Guanella. Nulla avviene a caso, ma tutto è grazia. “Io non ho fatto nulla, ha fatto tutto la Provvidenza.” (don L. Guanella)