Nazareth, opera don Guanella

Il pellegrinaggio in Terra Santa consegna la possibilità dell’incontro con le esperienze che lì sono presenti e operano. Al nostro gruppo è stata data la possibilità di visitare l’Opera don Guanella nella sua struttura di Nazareth. Prima di descrivere cosa abbiamo visto mi sembra bello raccontare un curioso aneddoto. Quando la nostra guida ha chiesto all’autista (un cristiano palestinese) di portarci presso la casa dell’Opera don Guanella, quest’ultimo non riusciva a comprendere la richiesta. Per lui, abituato ad accompagnare i gruppi dei pellegrini, risultava strano questo posto, mai sentito. Ad un certo punto ha esclamato: “Padre Ugo! padre Ugo!”. Tutto si era chiarito. La casa dei guanelliani a Nazareth è conosciuta come la casa di “padre Ugo”! Ciò in virtù di un sacerdote guanelliano, di origine valtellinese, che ha fondato quasi cinquant’anni fa questa struttura così importante a Nazareth e nel circondario. Padre Ugo Sansi nel 1975 diede infatti vita ad un desiderio proprio di don Guanella, che nel suo pellegrinaggio in Terra Santa nel 1902 aveva espresso l’auspicio di avere una presenza nella terra di Gesù. Questa casa che è collocata negli spazi che erano adibiti all’ex convento delle clarisse, comprende anche delle ampie e moderne strutture volte ad accogliere gli ospiti che durante il giorno vengono presso l’ “Holy Family Center”.

Coloro che frequentano questa casa sono persone minori con disabilità. Qui si trova asilo per bambini autistici (da un anno a tre anni), asilo e scuola per i disabili (da tre a ventuno anni), e infine un “social club” che nel pomeriggio svolge attività socio ricreative. E’ presente personale qualificato e ci sono ampi spazi predisposti proprio per le loro esigenze. La maggior parte dei minori ospitati sono di religione mussulmana. Padre John, un guanelliano di origine indiana, ci ha gentilmente accolto e accompagnato a visitare gli spazi, raccontando la sua esperienza di religioso che vive in questo contesto. Ai ragazzi disabili qui vengono date possibilità di cura e di crescita, valorizzando la loro persona, e questo in una situazione sociale e culturale che li vedrebbe, se lasciati nelle loro case, collocati ai margini. Mi ha colpito come il carisma di don Guanella sia presente anche in questi luoghi, e di come sia attento anche a offrire una realtà di carità che si apre all’incontro anche con altre religioni, creando ponti di dialogo e di fraternità, in un contesto che è segnato spesso da tensioni. Nel luogo dove il Verbo si è fatto carne, apre il cuore vedere come la persona è accolta e amata come dono di Dio. don Luca