L’Oratorio, esperienza di bene

La fine di Gennaio vede la memoria della figura di San Giovanni Bosco, indicato come il patrono della gioventù. A lui si rifanno molte dedicazioni di oratori e se ne riconosce la grande valenza di educatore. San Giovanni Bosco ha saputo leggere la realtà con gli occhi della fede, e ha individuato il modo con cui far incontrare Cristo a tanti giovani che vivevano per lo più situazioni di disagio. Oggi, rispetto all’ottocento dove don Bosco ( e anche don Guanella) ha vissuto e operato, le situazioni sono cambiate di molto. Troviamo sicuramente maggior benessere rispetto alle diffuse povertà presenti nell’Italia della prima industrializzazione. Ci sono sicuramente migliorate condizione di istruzione, di salute, di livello tecnologico (che in questi ultimi anni ha modificato radicalmente diverse abitudini). Tuttavia nel cuore dell’uomo vi è sempre l’inesauribile sete di verità e di felicità. Sete che pur essendoci, non trova automaticamente le risposte adeguate. Se pensiamo la realtà dei bambini e dei ragazzi, vediamo come anche essi abbiano questa sete di verità e felicità, e di come oggi a questa domanda, corrispondano varie e articolate ricette di proposte. Proposte che in diversi casi sfruttano queste domande di significato per presentare prodotti e quindi vendere. Se poi i “prodotti” venduti non siano propriamente benefici per chi li prende, beh, questo sembra non interessare molto. Vediamo infatti, ad esempio, come per rispondere al desiderio di gioco vengono proposti prodotti che alienano il bambino dalle relazioni, e che sono anche dannosi al suo sviluppo psico-fisico. Si potrebbero fare tante altre situazioni, ma tutte rivelano il grande campo di lavoro che esiste. I bambini e ragazzi hanno bisogno di luoghi che magari tecnologicamente non siano per forza all’avanguardia, ma dove possono trovare adulti che educano e che carichi di passione sappiano accoglierli. Ho presente, come esempio, l’ultimo campo scuola invernale che è stato proposto dalla nostra Comunità pastorale. I bambini e i ragazzi sono stati aiutati a relazionarsi fra di loro in modo bello, cercando di valorizzare il bene che è presente in ciascuna persona. Lo stesso si vuole fare nella ordinarietà della realtà dell’Oratorio dei nostri tre paesi. Vederli come luoghi non di un generico ritrovarsi, ma ambiti dove adulti appassionati sappiano offrire ai più piccoli occasioni di crescita cristiana. Solo educando i più piccoli, e le loro famiglie, ad incontrare Cristo si può donare loro una grande occasione di crescita e di bene. Preghiamo e lavoriamo affinché l’Oratorio sia sempre più esperienza di bellezza.   don Luca