“Christus vivit”

1. Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò, le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!  2. Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza.  3. A tutti i giovani cristiani scrivo con affetto questa Esortazione apostolica, vale a dire una lettera che richiama alcune convinzioni della nostra fede e, nello stesso tempo, incoraggia a crescere nella santità e nell’impegno per la propria vocazione. Tuttavia, dato che si tratta di una pietra miliare nell’ambito di un cammino sinodale, mi rivolgo contemporaneamente a tutto il Popolo di Dio, ai pastori e ai fedeli, perché la riflessione sui giovani e per i giovani interpella e stimola tutti noi. Pertanto, in alcuni paragrafi parlerò direttamente ai giovani e in altri proporrò approcci più generali per il discernimento ecclesiale (…)  13. Gesù, l’eternamente giovane, vuole donarci un cuore sempre giovane. La Parola di Dio ci chiede: «Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta nuova» (1 Cor 5,7). Al tempo stesso, ci invita a spogliarci dell’«uomo vecchio» per rivestirci dell’uomo «nuovo». E quando spiega cosa significa rivestirsi di quella giovinezza «che si rinnova» (v. 10), dice che vuol dire avere «sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro» (Col 3,12-13). Ciò significa che la vera giovinezza consiste nell’avere un cuore capace di amare. Viceversa, ad invecchiare l’anima è tutto ciò che ci separa dagli altri. Ecco perché conclude: «Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto» (Col 3,14).  14. Notiamo che a Gesù non piaceva il fatto che gli adulti guardassero con disprezzo i più giovani o li tenessero al loro servizio in modo dispotico. Al contrario, chiedeva: «Chi tra voi è più grande diventi come il più giovane» (Lc 22,26). Per Lui, l’età non stabiliva privilegi, e che qualcuno avesse meno anni non significava che valesse di meno o che avesse meno dignità.  15. La Parola di Dio dice che i giovani vanno trattati «come fratelli» (1 Tm 5,1) e raccomanda ai genitori: «Non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino» (Col 3,21). Un giovane non può essere scoraggiato, la sua caratteristica è sognare grandi cose, cercare orizzonti ampi, osare di più, aver voglia di conquistare il mondo, saper accettare proposte impegnative e voler dare il meglio di sé per costruire qualcosa di migliore. Per questo insisto coi giovani che non si lascino rubare la speranza e ad ognuno ripeto: «Nessuno disprezzi la tua giovane età» (1 Tm 4,12).

Dall’esortazione apostolica “Christus vivit” di Papa Francesco