Sono più di 360 milioni i cristiani che subiscono elevati livelli di persecuzione e discriminazione a causa della loro fede: uno ogni sette e, divisi per macro-aree geografiche, uno ogni cinque in Africa, due ogni cinque in Asia, uno ogni 15 in America Latina. È quanto emerge dal rapporto 2023 della sezione Usa di Open Doors, l’associazione internazionale impegnata dal 1955 a sostenere con preghiere e aiuti materiali i cristiani in difficoltà, che dal 1993 si incarica di pubblicare la World Watch List (WWL), l’elenco dei 50 stati in cui i cristiani sono più duramente perseguitati, accompagnata da un aggiornamento sulla situazione mondiale, relativo a un centinaio di paesi.
Globalmente i dati del rapporto indicano, per il periodo considerato che va dal 1° ottobre 2021 al 30 settembre 2022, qualche miglioramento. Diminuisce leggermente, passando da 5.898 a 5.621, in media 15 al giorno, il numero dei cristiani uccisi. Sono di meno anche i cristiani arrestati senza processo e incarcerati: 4.542 rispetto ai 6.175 del rapporto precedente. Più che dimezzato è il numero delle chiese e degli edifici connessi attaccati o chiusi: 2.110 contro i 5.110 del 2021, per effetto principalmente della riduzione di quelle colpite in Cina, dove tuttavia dal 2016 a oggi sono più di 20.000 le chiese chiuse, danneggiate o distrutte. Un forte aumento invece si riscontra per quanto riguarda i cristiani rapiti che salgono da 3.829 a 5.259, ben 5.000 dei quali in tre paesi africani: Nigeria, Mozambico e Repubblica democratica del Congo.
Tuttavia, al di là dei dati riportati, nei 100 paesi monitorati si registra un ulteriore aumento del livello di persecuzione rispetto al periodo precedente e il più alto da quanto l’elenco viene pubblicato. Sono stimati in quasi 30.000 i cristiani aggrediti, picchiati o vessati con minacce di morte a causa della loro fede, ma sono sicuramente molti di più i casi di cui non si ha notizia. Sono la punta dell’iceberg anche gli attacchi a case (4.547) e ad attività economiche (2.210) documentati. Devastante e in continuo aumento risulta poi la pressione esercitata sui cristiani, quotidianamente: discriminazioni sul lavoro, esclusione o difficoltà di accesso ai servizi di base – scuola e sanità – minacce e intimidazioni, mancanza di soccorsi e aiuti in caso di crisi e calamità, omissione di protezione e assistenza da parte delle istituzioni, ingiustizie legittimate.
Tutto considerato, sono 76 gli stati in cui è stato riscontrato un livello di persecuzione alto, molto alto o estremo (i tre livelli di gravità individuati da Open Doors). Inoltre, come già nella WWL 2021 e 2022, il livello alto di persecuzione scompare nei 50 paesi della WWL: nei primi 11 è classificato come estremo, negli altri 39 molto alto. Cresce anche il fenomeno della Chiesa “profuga”: sono sempre di più i cristiani in fuga per sottrarsi a violenze e discriminazioni e riacquistare il diritto a praticare la fede senza correre rischi. Colpita in modo particolare è la Chiesa in Medio Oriente dove le comunità cristiane minacciate e sotto pressione diminuiscono costantemente. Si sta diffondendo, sottolinea il rapporto, il numero dei paesi che adottano il modello cinese di controllo centralizzato sulla libertà di religione. La Cina, al 16° posto nella WWL (“guadagna” una posizione), sta inoltre “forgiando una alleanza internazionale per ridefinire i diritti umani”. Benché sia l’Asia il continente in cui è più pericoloso e difficile essere cristiani, Open Doors evidenzia infine che in Africa sub-sahariana la violenza anticristiana ha raggiunto intensità senza precedenti, con la Nigeria che si conferma “epicentro” dei morti che salgono da 4.650 a 5.014.
Nella WWL 2023 torna al primo posto la Corea del Nord, dove ogni libertà di culto è negata. Nella WWL 2022 era stata rimpiazzata dall’Afghanistan dei talebani, sceso adesso in nona posizione: non perché infierisca di meno sui cristiani, spiega Open Doors, ma perché molti cristiani nel 2021 sono stati uccisi o sono fuggiti e adesso il regime, concentrato a consolidare il proprio potere, ha smesso di cercare i superstiti che tuttavia sono costretti a vivere in totale clandestinità. Otto degli undici paesi in cui la persecuzione è estrema sono a maggioranza musulmana. Completano l’elenco l’Eritrea, un paese che Open Doors definisce “la Corea del Nord africana”, e l’India, dove i cristiani sono vittime sempre più spesso dell’intolleranza degli integralisti indù. L’Islam, sia esso maggioritario o meno, risulta responsabile della persecuzione classificata molto alta in 28 stati su 39 e quindi rappresenta, ed è una conferma, in assoluto la maggiore minaccia per i cristiani.
Quanto alle aree geografiche, l’Asia con 27 paesi e l’Africa con 19 complessivamente sono i continenti in cui intolleranza, violenza, odio religioso sono più diffusi. L’America Latina è rappresentata da quattro paesi: a Cuba, Colombia e Messico si è aggiunto il Nicaragua dove la repressione governativa si è intensificata a partire dal 2018. A Cuba responsabile della persecuzione è il regime comunista. In Colombia e in Messico invece sono i gruppi criminali e i leader etnici a minacciare i cristiani, perseguitati anche solo per il fatto di opporsi alla criminalità ad esempio esortando i giovani a non aderire a bande criminali e cercando di offrire loro delle alternative con l’istruzione e con opportunità di lavoro.
Nessun paese europeo è presente nella WWL 2023 né lo è mai stato. L’auspicio è che l’Europa sappia e voglia continuare a tutelare i suoi cristiani.
Articolo di A. Bono tratto dal sito www.lanuovabq.it