Curare l’orto

“Sacco vuoto non sta in piedi” lo si dice spesso per invogliare qualcuno a mangiare al fine di dare il giusto e doveroso sostentamento al corpo. Diversamente, con uno scarso o cattivo nutrimento, il corpo farebbe fatica a espletare le tante funzioni che vengono chieste. Lo stesso dicasi per la vita spirituale: essa se non è nutrita rischia di impoverirsi e di patire quello di cui invece ha bisogno. Mi sembra bello usare un simbolo per descrivere l’importanza della preghiera nella vita del cristiano. Questa metafora prende spunto dall’immagine dell’orto. L’orto che è la nostra anima e che Dio ha creato con noi e messa nel mondo. Quindi emerge un primo aspetto importante: noi ci siamo per iniziativa e volontà divina. E’ Dio che fa, che agisce, che opera. E’ Lui che da inizio a quello che noi siamo. La stessa preghiera è il disporsi a ricevere i doni di Dio, come la terra è disposta a ricevere l’acqua di cui ha disperato bisogno. E anche l’orto che è la nostra anima, ha bisogno di ricevere l’acqua viva della preghiera. Noi siamo chiamati a curare l’orto.

Per fare ciò abbiamo bisogno di tirare fuori l’acqua dal pozzo e per fare questo dobbiamo sconfiggere la grande tentazione della pigrizia, che ci fa attendere e aspettare. Solo che se non si bagna l’orto esso va incontro al grande rischio della siccità, dell’arsura. Fra le immagini desolanti c’è quella di un giardino tutto secco e ingiallito, buono solo per essere sorvolato da qualche mosca. Molto importante allora è prendere quest’acqua educandoci alla preghiera che chiede i suoi tempi e i suoi atteggiamenti. Occorre essere umili nel sentire la necessità di accogliere i frutti della preghiera, senza pensare che tanto me la cavo da solo e mi basto da solo. Umiltà che mi fa percepire che non sono un assoluto, un onnipotente, ma che sono creatura e che non devo dimenticare il rapporto costitutivo col Creatore. La preghiera che chiede raccoglimento perché possa viverla dando la giusta tensione, sapendo che nella preghiera sono davanti a Dio e non ad uno specchio dove vedo solo me stesso. A volte si vive la preghiera senza tener conto che abbiamo Dio con noi, che prima ancora di ascoltare le nostre parole, Lui chiede di essere ascoltato. Una preghiera vissuta bene produce frutti buoni e gustosi che siamo chiamati ad assaporare e a far gustare anche agli altri. Se è vero che il Signore è il Padrone dell’orto è vero anche che il giardiniere è chiamato a collaborare.  don Luca