Feste mariane: la Visitazione

Il celebre brano delta visitazione di Maria a Elisabetta è spesso letto come una manifestazione della carità di Maria, che premurosamente va dalla parente per soccorrerla nette sue necessità, trovandosi lei in gravidanza avanzata. in tale direzione si muove la proposta di una possibile scelta, come prima lettura, di un brano tratto da Rm 12 e riguardante la carità nella vita comunitaria. Se invece, in modo esegeticamente più corretto, si legge la visitazione net suo contesto, l’episodio evangelico palesa un’effettiva concentrazione sulla figura teologico-spirituale di Maria. Ella vi appare come la vera credente, che ha accolto il segno datole dal Signore attraverso l’angelo, e perciò sale sulla montagna di Giudea, proprio per obbedire a questa parola («ecco [letteralmente: guarda!], anche Elisabetta tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio... », Lc 1,36). Alla fede di Maria, che ha saputo fidarsi di Dio e credere che egli è    capace di compiere anche la parola più umanamente impensabile (il suo ‘farsi uno di noi’), si rivolge appunto l’esclamazione finale di Elisabetta. É la fede che sa gioiosamente riconoscere quanto Dio opera, la sua presenza tra di noi, come faceva presentire la prima lettura di Sofonia, invitante la ‘figlia di Sion’ alla gioia per la presenza del Signore nella sua vita. D’altra parte il brano delta visitazione segue quello dell’annunciazione che, esegeticamente, risulta essere come il racconto delta vocazione di Maria. Ebbene, la visitazione e una sorta di icona della sua missione, che è quella di portare Cristo al mondo e, in primo luogo, al destinatario delle promesse divine, cioè al popolo di Dio che vive appunto sulle montagne di Giudea. Maria, che sale in fretta verso la montagna di Giudea, è come il messaggero di lieti annunzi, che reca a Sion la notizia esaltante del venire di Dio per liberare la sua città amata e la comunità dei suoi poveri (cfr. Is 52,7). Sempre nel medesimo testo isaiano, che fa da sfondo ideate al racconto di Luca, appaiono le sentinelle che esplodono in grida di gioia nel constatare il sopraggiungere della salvezza tanto attesa. Si spiegano così le alte grida di gioia che fioriscono sulla bocca di Elisabetta. É proprio attraverso le sue parole che appare tutta la grandezza di Maria. Ella è innanzitutto proclamata la ‘benedetta tra le donne’, cioè fatta oggetto della potente azione del Signore, che le accorda la vittoria. La ragione di questa vittoria è la fede di Maria, cui è associata la beatitudine, e il fondamento di essa è lo stesso Figlio che lei porta in seno, dichiarato appunto il ‘Benedetto’ (termine attribuito innanzitutto a Dio). Elisabetta non può allora che esprimere tutta la sua sorpresa riconoscente nel constatare che la sua indegnità è stata visitata da colei che è la madre del suo Signore. A questo punto Maria prende la parola e distoglie I’attenzione da sé per riportarla su Dio, su lui che solo può fare grandi cose come ha fatto in lei. Se al centro del racconto dell’annunciazione sta la figura del Figlio che deve nascere, e nel brano della visitazione quella di Maria, la benedetta, la credente e la madre, nel canto del Magnificat lo spazio è tutto occupato da Dio, il misericordioso, il Santo e l’onnipotente