I passi sulla luna e la calligrafia del Creatore

Il 21 luglio 1969 l’astronauta Neil Armstrong posava il suo piede sul suolo lunare. Un grande avvenimento. Celeberrime le parole che accompagnarono questo momento: “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande balzo per l’umanità”. Io mentre procedeva lo sbarco dell’uomo sulla luna ero intento in altre faccende ed altri pensieri, avendo all’epoca meno di due anni. Ma l’enfasi di questo fatto l’ho respirata per tutta la mia infanzia. Ricordo che io come tanti miei coetanei da piccoli ci siamo immaginati astronauti, costruendo nel salotto di casa, piuttosto che in altri luoghi, delle immaginarie ma, per chi le approntava, leggendarie astronavi sognando di solcare il cielo azzurro. Giochi di bambini, senza dubbio, ma anche rivelanti un desiderio profondo dell’uomo di andare oltre la dimensione materiale, scoprendosi aperti all’infinito. Giungono chiarificanti le parole del Salmo 8: “Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi? ”. Esse mostrano che se l’uomo arriva sulla luna e solca il cosmo con mezzi sempre più sofisticati non fa altro che contemplare, da prospettive sempre più alte, la bellezza del creato. Se le scienze naturali ci spingono a spostare l’asticella sempre più in alto, non possono però dare risposta alla ricerca di senso. Possiamo porci la domanda se tutta questa meraviglia che dalla luna e dal cosmo possiamo vedere è figlia del cieco caso, oppure c’è un Creatore intelligente e buono? Papa Benedetto XVI ha più volte invitato a scoprire tra le pieghe del creato la “calligrafia del Creatore”, perché l’uomo che si vuole privare del riferimento a Dio non può davvero rispondere alle domande che lo agitano nel profondo. Arrivare sulla luna non ha tolto la presenza del male, la scoperta scientifica non elimina la scelta dell’uomo, anzi a volte crea la possibilità di scelte paurosamente negative e cattive. L’illusione che il progresso scientifico da solo basti a sistemare il mondo è una mera illusione e una menzogna dietro la quale si nasconde sordido l’inganno. C’è bisogno di guardare al Cielo per dare spazio alla sete di Infinito che abbiamo, per far sì che questa sete trovi la sua risposta nell’azione di Cristo che è venuto dal Cielo per indicarci la strada della eterna salvezza e nel presente di una vita vissuta sulle corde della fede, dell’amore e della carità. Ritorno volentieri alle mie reminescenze infantili immaginandomi nella mia astronave che non è ora più fatta dei materiali che allora usavo per proiettarmi con la fantasia verso il cielo, ma è composta dei volti delle persone che nella Chiesa mi indicano la direzione per cercare l’Infinito.     don Luca