Il chicco di grano

La grandezza delle immagini è un mezzo potente di comunicazione tanto da portare a approfondire significati e riflessioni. Pensiamo quanto l’ammirazione di un quadro può farci sorprendere in una serie di richiami e di scoperte. Di come un particolare, un dettaglio, sia rimando al grande. Il Vangelo è ricco di queste immagini, veri e propri “quadri” da contemplare. Gesù ci introduce alla scoperta delle realtà profonde e vitali della nostra fede usando questo strumento. Questa quinta domenica di Quaresima ci consegna nella pagina evangelica l’immagine del chicco di grano. Gesù ci dice che se in chicco di grano non muore, rimane solo, se invece muore produce molto frutto. La morte del chicco di grano la vediamo come una prefigurazione del sacrificio di Gesù sulla Croce. Solo il dono di sé, che il Figlio di Dio compie sul legno della Croce, è portatore di un frutto, di un grande frutto. Gesù ha fatto la scelta di portare frutto attraverso il sacrificio della sua vita, attraverso il suo donarsi. Qui possiamo aprire due considerazioni che vedono intrecciare come sempre Vangelo e vita. Una prima riflessione ci fa constatare come questo prodotto della natura, il chicco di grano, è quello che ci riporta al pane, al nutrimento Il chicco che viene macinato produce la farina e questa il pane. Dal legno della Croce è venuta per noi la grazia del Pane Eucaristico. Ogni Santa Messa, dove ci viene donato il Pane della vita eterna, è la riproposizione del Sacrificio della Croce, che viviamo in modo incruento. E’ proprio quel chicco di grano che muore e diventa per noi saporoso frutto di amore e salvezza. Una seconda considerazione viene dal contrapporre i due verbi “rimanere solo” e “produrre frutto”. Quanto è vero che il rimanere soli, nel senso di non aprirsi alla relazione con Dio e con i fratelli, conduce alla sterilità del non portare frutto. E’ la constatazione di quante vite che “rimangono sole” diventano incapaci di portare frutti. La grettezza del possedere tutto e solo per sé stessi, la chiusura all’altro, rendono le persone incapaci di una espressione libera e bella della propria esistenza. Così al contrario, chi si apre, chi accetta di fare dono di sé, è colui che porta frutto. Quanta capacità di bene è presente in chi vive la logica del dono. Quanta gioia c’è in chi continua a dire alla propria vita che seguire Cristo è il bene importante.  don Luca