Il Natale di Manuela, l’abortificio la inganna: “Bimbo malato”. Ma sono due gemelli sanissimi

img-_innerart-_img_5805-696x522Per il Bambino nato nella mangiatoia, due fratellini gemelli in culla che non dovevano nascere. Ci sono storie nascoste che danno un senso al Natale perché in esse rivive quel mistero della salvezza di una vita che vince sulla morte che è il messaggio profondo del Natale cristiano.

Sono tanti i casi di bambini che vengono strappati alle fauci dell’aborto, ma questa storia ha dell’incredibile e non solo perché è emersa a Natale grazie al portale pro life spagnolo Actuall.com.

Ma anche perché è la dimostrazione che quando ci sono uomini, quegli uomini di buona volontà a cui è augurata la pace nel Gloria natalizio, tutto può succedere. Anche che la vita sconfigga la morte.

Siamo in Spagna e Manuela, una donna di origini gitane che ha già un figlio gravemente disabile si presenta davanti alle porte della clinica Dator di Madrid, l’abortificio più importante di Spagna. L’ecografia appena effettuata ha evidenziato delle malformazioni per il feto. Il medico ecografista non ha dubbi: per evitare di avere un altro figlio disabile era più prudente abortire.

La donna si convince per l’aborto e quel giorno era pronta per entrare nell’abortificio che aveva diagnosticato la malformazione del bambino. Ma mentre si reca in clinica il suo destino si incarna nei volontari della Escuela de los rescatadores, fondata dal dottor Jesus Poveda, attivista pro life tra i più famosi in Spagna. I volontari cercano di capire che cosa animasse questa decisione e la donna inizia a raccontare la sua storia. Poi le propongono un cambio di programma: “La clinica Dator è nota per non avere buoni ecografisti, le abbiamo offerto di provare a sottoporsi ad un’altra ecografia in una clinica vicina”, ha spiegato Poveda.

Inizia così un dialogo con la donna molto delicato. I volontari la convincono: “Ti chiediamo solo di aspettare mezz’ora, giusto il tempo di portarti in un’altra clinica, ripetere l’ecografia e ti riaccompagnamo”. Quella vita nel grembo della donna sembra aver spinto i passi della madre. Che acconsente. La donna si sottopone così ad un’altra ecografia nella clinica Anderson effettuata dalla dottoressa Sonsoles Alonso. Il responso dell’ecografista è sorprendente: “Il bambino non era affatto malformato. Semplicemente si trattava di due gemelli! E nessuno dei due presentava problematiche”.

La donna rinasce. Si sente accolta dai medici e dagli attivisti della Escuela. E decide di interrompere le pratiche dell’aborto. Ha partorito nei giorni scorsi, scodellando due gemelli proprio qualche giorno prima di Natale. Di storie come queste ce ne sono a migliaia: strappate dalle fauci dell’aborto che si serve di medici compiacenti e cliniche alle quali interessa soltanto il business. A pensarci con il senno di poi, quello della clinica non è stato altro che un inganno. Un inganno per fare cassa.

La storia di questa donna apre uno squarcio inquietante su come le cliniche abortiste guidano le donne in vista dell’aborto. Non esistono statistiche né dati ufficiali. Eppure l’episodio mostra chiaramente che si possono ingannare le donne per costringerle all’aborto. Nascondendo loro la verità e probabilmente confidando in una impunità garantita da un sistema sociale abortista.

Lo stesso Poveda lo denuncia: “Quando hai un’attività abortista prevale il contenuto di questa attività, non quello di salvare i bambini. C’è gente che sta lì unicamente per soldi. Perché l’aborto muove un sacco di denaro. Vale 500 euro e si fanno 20 aborti al giorno, stiamo parlando di molti soldi a fronte di molti bambini perduti. E quando vedono qualche cosa di anomalo nelle ecografie, come potrebbe sembrare per due gemelli, propongono un aborto per malformazione”.

Ma questa volta la vita è stata più forte della morte. Merito di uomini di buona volontà che hanno raccolto il grido silenzioso di una madre mostrandole una via diversa. I due gemelli spagnoli sono il miglior biglietto da visita per un Natale dove sia davvero la vita ad avere l’ultima parola.

articolo di A. Zambrano tratto dal sito www.lanuovabq.it