Interno (o inferno) social

Racconto semiserio (anzi poco serio) di un ipotetico cinquantenne nel rapporto coi social.

Ti dicono che coi social la vita è migliorata, ti risolvono tante cose, vedi tanta gente, sei connesso col mondo, fai le cose più in fretta e hai più tempo libero… Sarà… Al mattino quando ci si alza fra le prime cose si fanno è di prendere in mano sua maestà… il telefonino… e con esso inizia la giornata e l’interfaccia con i social (che migliorano la vita…). Sullo stato di Whatsapp la tua zia, quella acquisita, prossima agli ottanta, ma discreta smanettona, incomincia la giornata mandando foto con la data del giorno (perché magari la dimentico…) e con inevitabili messaggi motivazionali stile “baci perugina” che innalzano da soli il livello del diabete (già problematico a certe età). Poi su Facebook appare il messaggio della tua ex compagna di terza media, che non hai mai più visto dalla fine delle scuole -all’ora dell’obbligo- ma che ti ha recuperato sul social di Zuckerberg. Già ai tempi era antipatica (ora anche peggio) e ti invita pressantemente a sostenere la causa del gattile del paese dove abita. E imperterrita e petulante, continua a postare le foto dei mici. Solo che dopo la diciassettesima foto dei succitati felini cominci a pensare che a Vicenza il problema dei gatti randagi lo risolverebbero in altro modo… vorresti dirglielo ma poi pensi che non te la scrolleresti più… e gli metti un “like” per sfinimento… e intanto il tempo passa… Vai poi sull’account di Twitter, che non gliene frega niente quasi  a nessuno, ma fa bella figura dire che ce l’hai e che segui quelli che contano. E lì bello bello leggi il messaggio del tuo collega che dice che non ha mai visto tanta neve come quest’anno (e tu cominci a pensare che abbia vissuto fino ad adesso in Guinea Bissau…) ma siccome te lo trovi dopo in ufficio è bene non contraddirlo… non si sa mai… ma poi quando scrive, da consumato meteorologo, che “non ci sono più le mezze stagioni” ti vien voglia di chiamare il medico e di farti dare i giorni di malattia… Per stare al ritmo e sentirti “ggiovane” non puoi non passare dal fenomeno del momento ovvero Tik Tok, è lì ti imbatti nell’ultima performance canora/scenografica del figlio adolescente del tuo vicino. Lo guardi stralunato e pensando che lui un domani, da lavoratore presunto, ti garantirà la pensione a te che sarai vecchio, si aprono scenari di fame e miseria… e in tanto il tempo passa… Vai su Instagram, il tempio dell’immagine, e li vieni a scoprire che tua figlia mette foto che tu manco ti sognavi e pensavi… eppure si vive sotto lo stesso tetto… la cara fanciulla a tavola è sempre lì che ha a che fare con sua maestà il telefonino e non ha tempo se non per mangiare (parlare no… si va in chat per quello…). Non può mancare la lettura delle mail… sono 20 solo di prima mattina, però almeno 19 sono brutali pubblicità alle quali ti sei iscritto per curiosità e che però ti riempiono la casella facendoti sentire uno che è cercato… Ti scrive il tuo amico, lui si che ne sa di cose, e ti dice che è uscito l’ultimo social al quale non si può fare a meno, è Clubhouse… e il tempo passa… e ti vien voglia di un po’ di silenzio… magari in riva al lago…

In realtà essendo tempo di Carnevale ho pensato che i miei quattro lettori (me compreso) avranno pietà di questo pezzo di fantasia… ma forse mica tanto fantasia…