Sta tenendo banco in questi giorni la vicenda di un piccolo bambino inglese, Alfie Evans, e dei suoi genitori. In breve: i giudici inglesi e i medici dell’ospedale in cui è ricoverato hanno deciso che devono essere sospese le cure, consegnando il bimbo ad una inevitabile condanna a morte. I genitori, due giovani Kate e Thomas, si oppongono con tutte le loro forze a questa sentenza e hanno creato un movimento di sensibilizzazione perché sia salvata la vita del loro figlio. Si è mosso anche il Papa che l’altro giorno ha ricevuto il padre del bambino ed ha pubblicamente rivolto un appello a loro favore. Si è anche manifestata la disponibilità dell’Ospedale Bambin Gesù di Roma, ad accogliere il piccolo Alfie per poter permettere a lui le cure necessarie. In sostanza il tribunale si è arrogato il diritto di definire la vita di questo bambino “inutile” e quindi di condannarlo a morte. Siamo davanti allo Stato che decide quale sia il livello di dignità di vita e di felicità per una persona. Davanti ad una siffatta mentalità mi gela il sangue. Pensare che qualcuno un domani possa decidere per me e al mio posto se possa o meno andare avanti a vivere è semplicemente una cosa assurda e tremenda. Si nega ai genitori il diritto di amare e crescere il proprio bambino, che se è vero che è affetto da malattia ma è pur sempre il loro figlio, dono di Dio e frutto del loro amore. Alfie è uno dei casi che in questi mesi stanno segnando questo pericoloso passaggio, per cui lo Stato decide chi vive e chi no, situazioni che stanno presentandosi con maggior frequenza. La figura dei suoi genitori è quella di chi sta lottando per una giusta causa. Vedere questo giovane padre che lascia il suo bambino in ospedale per volare a Roma ed incontrare il Papa per poter perorare la causa del suo figlio è una scena che mi commuove e che suscita ammirazione. Pensare al dolore della mamma che ha nel cuore il suo piccolo e che si consuma per poterlo sostenere in questa lotta, è una testimonianza che da sola è capace di mostrare quanto grande sia il significato della vita umana e delle relazioni che in essa si stabiliscono. Invito chi legge queste poche righe del foglietto settimanale, ad offrire per Alfie e per i suoi genitori una decina del Rosario. Già lunedì potrebbe partire la procedura per togliere la ventilazione e quindi condannarlo. Preghiamo per lui ma anche per noi, affinché non prevalga la cultura della morte che rischia si ottenebrare i cuori e di creare via via sempre più orrori. don Luca
