Dedicata a san Domenico e posta nella zona montana del comune di Cremia, vicino alla località Piazzucco, a circa 150 metri dal nucleo abitato, alla quota altimetrica di circa 1135 metri, la chiesa di proprietà della parrocchia di san Michele è interessata da alcuni anni da un lavoro di restauro. Nel 2022 si è pensato di partecipare al Bando ministeriale dal titolo “Architettura rurale” con l’utilizzo dei fondi del Pnrr e l’idea si è rivelata vincente perché la parrocchia è stata aggiudicataria di un contributo di oltre 39mila euro. Successivamente si è passati alla redazione del progetto “Opere di manutenzione straordinaria della chiesa di san Domenico a Cremia”, finalizzato ad ottenere, prima il permesso della Curia diocesana di Como a realizzare i lavori, poi ad ottenere il nulla osta della Soprintendenza alle Belle Arti e successivamente alla presentazione della pratica edilizia, in Comune a Cremia. Tale iter autorizzativo è determinato dal fatto che l’immobile in oggetto è vincolato avendo più di 70 anni, ed è un bene architettonico di interesse storico-culturale.

La chiesa di san Domenico è un edificio sacro di origine non certa. Potrebbe risalire al periodo della dominazione spagnola vista la dedicazione al santo iberico. Certamente è stata realizzata in due momenti diversi, il nucleo originale, dove ora vi è il presbiterio, in origine era una cappella votiva campestre, a pianta quadrata, con apertura ad arco, verso sud, ove ora è presente la balaustra in legno e copertura a volta con un tetto a due falde semplici. Come tutti gli edifici storici soffre di una serie di patologie edilizie, nel nostro caso, queste sono legate all’assenza di una costante manutenzione nel tempo, a difetti di costruzione, alla vetustà di alcuni materiali più deperibili come il legno o i metalli e alla presenza di acqua. Gli interventi previsti in progetto e già conclusi sono stati la ricostruzione della copertura, previa rimozione di quella attuale, composta da un manto con lastre metalliche ondulate, uno strato di assito di supporto e una struttura portante in legno composta da travetti, colmo e terzere, mentre la lattoneria, essendo in buono stato di conservazione, ad eccezione dei frontali dei lati nord e sud, è stata mantenuta. Il nuovo tetto è stato realizzato senza modificare la geometria attuale, sia le due falde che gli sporti di gronda, solamente più alto di circa 20 centimetri, per non intaccare la muratura di appoggio. Altro intervento terminato, il rifacimento del portone di ingresso che partiva dalla necessità di sostituire il precedente, purtroppo realizzato in pvc a due ante, senza modificare le dimensioni murarie del vano e senza intervenire su queste. L’opera in previsione ha visto la formazione di un nuovo serramento in legno di foggia tradizionale con assi orizzontali all’esterno e verticali all’interno, con un catenaccio a spinta come quelli tradizionali e ad un anta unica. Il nuovo portone è stato realizzato con delle venature del legno a vista e prossimamente sarà verniciato in color marrone scuro, come lo sporto di gronda del tetto.
articolo di Fabrizio Zecca