L’Europa dei soldi o L’Europa dei valori ?

“In rivaa’ i danè!”. Sembrerebbe questa la sintesi (detta in dialetto) della negoziazione che i governanti europei hanno sostenuto con l’intento di risollevare l’economia degli Stati, fra cui l’Italia. Economia che è messa a dura prova dalla pandemia del coronavirus (ma già qualcosa non girava per il verso giusto neanche prima…). Non mi addentro nell’analisi tecnica ed economica di tale operazione, che deve essere vista nella sua completezza e nella sua successiva e reale attuazione. Quindi i toni trionfali ed entusiastici riserviamoli a quando le iniziative di rilancio saranno eseguite, vedendo poi le eventuali conseguenze (danno soldi senza voler niente in cambio?). Questa notizia può essere letta in senso positivo in quanto manifesta una solidarietà fra gli stati membri dell’Unione Europea che arriva a superare le resistenze. Ma accanto a questa notizia negli ultimi tempi ne sono arrivate altre che riguardano sempre l’Europa. Una è quella della scelta del governo turco di rendere la basilica di Santa Sofia a Istanbul non più un museo ma una moschea. E’ l’ennesimo tentativo di forzatura che questo governo compie per affermare la sua volontà egemone nel mondo mussulmano e per lanciare preoccupanti messaggi al mondo europeo. La risposta dell’Europa? Poco più che un leggero colpo di venticello… quasi un silenzio preoccupante. Sempre in questi giorni in Francia, a Nantes, è stato dato fuoco alla chiesa cattedrale. Non fosse che è l’ennesimo atto di violenza e distruzione contro luoghi e simboli cristiani nella terra francese, che conosce da anni una preoccupante secolarizzazione con relativa indifferenza religiosa e un avanzare aggressivo dell’islam. Altra notizia che mi ha destato riflessione è venuta dall’Olanda, dove è stata presentata una proposta di legge per rendere l’eutanasia possibile anche a soggetti sani basta che abbiano superato i 75 anni (la notizia mi ha dato qualche preoccupazione in vista della mia prossima vecchiaia, non lontanissima…). L’Olanda che ha visto svuotarsi le chiese negli ultimi decenni e che ha già due generazioni post-cristiane, cioè di gente che non ha più nulla o quasi a che fare con la fede in Gesù. Tutti questi fatti mi hanno fatto pensare che l’Europa non si può fondare solo sui soldi. Se non ci sono valori che rispecchiano la storia e la cultura europea di strada non se ne fa tanta. Era stato profetico l’appello di Papa Giovanni Paolo II e con lui il Papa Benedetto XVI, che insistevano perché l’Europa non rinnegasse le sue radici cristiane, non solo per un fatto di percorso storico ma per ricordare quali sono i valori che sostengono un popolo. Un Europa che non si ricorda di Cristo va alla deriva. Un popolo senza radici non ha futuro: e i soldi non bastano.      don Luca