Memoria e fede

Nei giorni scorsi mi sono recato nel cimitero del mio paese, dove sono nato e cresciuto, per la visita e la preghiera alle tombe dei miei cari. La visita al camposanto è per un cristiano non solo l’andare a portare dei fiori o a pulire le tombe (che sono segni di gratitudine e civiltà) ma anche e soprattutto per ricordare e pregare. La visita al cimitero di Lora è per me sempre un’occasione di pormi di fronte alla storia che mi ha preceduto e ricordare le persone che con me hanno percorso diversi tratti della mia vita. Oltre ai miei genitori ho in questo posto molti dei miei parenti; i nonni, i bisnonni, i vari fratelli e sorelle e parenti di mia nonna materna che sono stati volti cari della mia infanzia (di ciascuno ricordo i tratti del volto e anche i profumi che sentivo nelle loro case, oltre che alle varie circostanze che associo ad ognuno di loro). Verso la mia famiglia, sia i viventi come i defunti, nutro un grande sentimento di gratitudine e di riconoscenza. Da loro ho ricevuto e ricevo l’esperienza dei legami di affetto. Passare per il cimitero a pregare e ricordare i miei defunti non è per me un peso ma un segno di riconoscenza e di un legame che sento vivo nella fede e nella certezza di saperli affidati a Dio Padre nella realtà della vita eterna.  Girando poi per le tombe sosto davanti alle tante persone che ho conosciuto. A ciascuno rivolgo una preghiera e un pensiero. Incrocio tante persone a me care: i miei vicini di casa (ho vissuto in un condominio e ho potuto avere accanto a me diverse persone) e la gente del paese che erano per me figure di riferimento quando ero bambino o ragazzo. Quanti di loro hanno pregato per me, per la mia vocazione. Quanti di loro mi hanno dato il loro esempio e il loro insegnamento. Persone che incrociavo per le vie del paese, a far la spesa o quando andavo a scuola, o a Messa o nei momenti della vita sociale e comunitaria. Al cimitero si è posti di fronte alla vita e alla morte che sono Mistero e dono. La vita è un Mistero perché ciascuno di noi è venuto al mondo senza averlo chiesto e può scoprire la propria esistenza come un dono, grande e bello da vivere. La morte stessa è un Mistero nel senso che ci apre ad una dimensione totalmente diversa e altra rispetto a ciò che viviamo ora. Ma è anche possibilità di dono perché ci consegna alla realtà del Paradiso. Mi piace pensare al Paradiso. Mi rafforza la certezza che è un dono che Dio attraverso Gesù ha reso possibile a ciascuno di noi. Il Paradiso che ora possiamo desiderare e un domani ci potremo andare. Non come una fuga dal presente ma come una meta verso cui camminare.    don Luca