Pastori, pastorale e pecore

Ci apprestiamo a vivere dei momenti molti forti e sentiti nelle nostre comunità: la festa di S. Eufemia questa domenica, la festa di San Michele, le feste delle Madonne del Rosario. Sono ricorrenze che cadono alla ripresa delle attività pastorali che coi mesi di settembre e ottobre hanno il loro inizio. Affidarsi alla Madonna e ai Santi è sempre un’ottima strategia … ci si mette nelle mani di coloro che sono per noi testimoni del fatto che la fede è qualcosa di vero e possibile. La parola “pastorale” è spesso un termine che riempie le bocche di alcuni sacerdoti e di quei laici che sono maggiormente ispirati in questa tematica. Si stendono progetti pastorali, piani pastorali, lettere pastorali, si convocano consigli pastorali di vario ordine e grado, quasi che la produzione di documenti o il moltiplicare di incontri di programmazione pastorale, siano di per sé garanzia di successo. Bastassero questi le nostre chiese in Italia sarebbero piene e straboccanti, cosa che invece non sempre accade. Certo, stendere un programma, un calendario, approfondire delle conoscenze e delle competenze, sono aspetti importantissimi. Ma non devono far mai dimenticare il cuore e l’origine che è Cristo, e il nostro personale e decisivo incontro con Lui. Le azioni della cosiddetta “pastorale” altro non fanno, e devono farlo, che richiamare a questo nucleo imprescindibile, in quanto la Chiesa esiste per rendere presente all’uomo di oggi (perché quello di ieri ormai non c’è più) il Fatto decisivo della Salvezza operata da Cristo, che è il vero bene. Ecco allora l’esigenza di mettere nel giusto ordine Pastore, pecore e “pastorale”… e in questo mi è stato d’aiuto un regalo che ho ricevuto poco tempo fa. E’ una bella statua che raffigura Gesù Buon Pastore, che porta sulle sue spalle una pecora (mi piace pensare essere la famosa “pecorella smarrita”, che siamo un po’ tutti noi…). Bene questa la vedo come la vera azione pastorale, lasciarsi prendere da Cristo, porsi in un’ottica di seguirlo dove Lui ci vuole condurre. Il Buon Pastore è Colui che si prende su di sé le pecore a Lui affidate, non le lascia nelle mani di chi non si prende cure di esse. Le iniziative che vengono proposte nella comunità sono volte a far sì che la gente incontri Gesù. La Chiesa infatti è stata voluta da Cristo perché l’uomo possa riconoscere la beatitudine e la salvezza. Invitare agli incontri di catechismo per piccoli e grandi, proporre le celebrazioni liturgiche, vivere la testimonianza della carità, sono gli aspetti che ci aiutano a seguire il Buon Pastore, a vivere la vera essenza della “pastorale”. Allora pregare la Madonna e i Santi ci aiuti ad essere maggiormente attivi nell’andare dietro al Buon Pastore.             don Luca