San Michele, Angelo combattente

Domenica prossima cade la festa di San Michele, patrono di Cremia e Santo venerato nella nostra Comunità Pastorale. San Michele è uno dei tre arcangeli che nella storia della salvezza hanno avuto e hanno un compito importante. E’ l’angelo che combatte; lo si vede infatti sguainare la spada (a volte è rappresentato con una lancia) e brandirla contro l’avversario. Ma chi è questo avversario? E’ il nemico per eccellenza, il diavolo. Il nemico che assale anche oggi tanto il singolo credente come tutta la Chiesa. Lo scopo del diavolo, è sempre bene ricordarlo, è di separare l’uomo da Dio, confondendolo con l’inganno e con le illusorie promesse. Nella bella pala, attribuita al Veronese, che è presente nella chiesa parrocchiale di Cremia la scena rappresentata si mostra con tutta la sua potenza. Michele stende il braccio e con l’altra mano tiene fermo il diavolo, che ha una sembianza, oltre che particolarmente terrificante, molto concreta. Questa fisicità e bruttura ci dicono che il diavolo non è solo un pensiero cattivo, ma è proprio una presenza malefica che vuole il nostro male. Gli ingenui che sostengono che il diavolo non esiste sono come minimo ignoranti, o sprovveduti o si sono fatti ingannare abilmente dallo stesso. Uno dei principali successi del diavolo è quando riesce a far credere che non esiste o che tuttalpiù è innocuo o inoffensivo, perché è un retaggio del senso di colpa che il cattolicesimo ha inoculato nelle coscienze delle persone… Ridurre il peccato a un vago sentimento di disagio, molto svaporato, è un abile mossa strategica che il cornuto per eccellenza ha saputo giocare verso l’umanità. Se non c’è peccato, non c’è bisogno di perdono (al massimo chiedo scusa, se proprio devo…), se non c’è bisogno di perdono non c’è bisogno di essere salvati perché tanto sono tutti buoni, e di conseguenza non c’è bisogno di Cristo perché tanto ce la faccio da solo. Con questi semplici passaggi il nostro nemico è già riuscito a preparare il posto per tanti ospiti al piano sotto, all’Inferno. Abbiamo quindi bisogno di chi ci aiuta a combattere il male e a mostrarci come farlo. Michele ci mostra l’arma di combattimento che sono tutti quegli strumenti di Grazia che il buon Dio ci ha donato: la preghiera, i Sacramenti (soprattutto la Confessione), la S. Messa, la carità. Le armi le abbiamo a portata di mano e la Chiesa ci accompagna e non ci fa combattere da soli. A San Michele chiediamo il coraggio nel combattimento e la sua celeste protezione.                              don Luca