Sepphoris e Cana di Galilea

A poca di stanza da Nazareth, ci sono due località, Sepphoris e Cana, che sono state meta del nostro pellegrinaggio. La seconda, Cana di Galilea, è abitualmente toccata dalle visite dei pellegrini, meno invece la prima, Sepphoris, che come tante altre città conobbe distruzioni e rifacimenti. Il famoso Erode Antipa, tetrarca della Galilea, la volle ricostruire seguendo una impronta legata al mondo ellenistico e romano. Gli scavi di questa cittadina la mostrano in effetti con un impianto che riporta le strade romane (cardo e decumano) e alcuni interessanti mosaici (fra cui quello detto la “Gioconda di Sepphoris” raffigurante un volto femminile) e edifici di chiara impostazione greca. Perché questo antico villaggio, ora sito archeologico, è significativo nell’economia di un pellegrinaggio? Come detto sopra, Sepphoris venne ricostruita, e serviva la manovalanza specializzata per tale opera. Fra questa manovalanza servivano anche i carpentieri e i falegnami. Questo può spiegare come Giuseppe, nativo di Betlemme nel Sud della Terra Santa, sia salito al Nord per lavorare a Sepphoris, ed essendo vicina a Nazareth abbia potuto conoscere Maria. Sono ipotesi di studiosi, ma sostenute dalla collocazione dei luoghi. Oltre Giuseppe, a Sepphoris si ipotizza che abbia lavorato anche Gesù. Non dimentichiamoci che Gesù fino a trent’anni è rimasto a Nazareth, nella sua famiglia e sicuramente avrà lavorato. A Sepphoris ci sono i resti di un teatro, e gli attori venivano chiamati “hypokrites” (ipocrita) in quanto simulavano sulla scena le varie parti, usando le famose maschere. Dato che il termine “ipocrita”, usato nel Vangelo nella controversia coi farisei, non appartiene alla lingua ebraica ma a quella greca, si suppone che Gesù lo abbia imparato passando da Sepphoris, la città che, nelle vicinanze di Nazareth, aveva un teatro dove gli attori recitavano. L’altra città è Cana di Galilea, questa più nota e famosa per il miracolo compiuto da Gesù ad una festa di nozze, dove cambiò l’acqua in vino. A Cana abbiamo celebrato, con le coppie presenti, il rinnovamento delle promesse matrimoniali con una semplice ma suggestiva cerimonia. Sempre a Cana abbiamo potuto anche rivedere e salutare la famiglia cristiana palestinese che aveva soggiornato l’anno scorso a Musso e che ci ha riservato una calorosa accoglienza. Sepphoris e Cana sono due luoghi che hanno posto l’attenzione sulla vita ordinaria di Gesù, che come lavoratore ha abitato in questa zona per tanti anni. Pensare a Gesù che ha lavorato e che faceva avanti e indietro da Nazareth a Sepphoris, ce lo fa vedere accanto a noi che nella vita lavoriamo e ci spostiamo. Un Gesù che assumendo la natura umana, pur rimanendo Dio, si dimostra solidale e vicino alla persona. Gesù che mostra la bellezza e il valore del Sacramento del Matrimonio, rimarcando come la Sua Presenza renda l’unione fra uomo e donna segno dell’Amore di Dio per la Sua Chiesa.        don Luca                                         

Sepphoris – foto di Matteo Borsani
Sepphoris – foto di Matteo Borsani