Si svolgeranno sabato 8 e domenica 9 giugno le votazioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. E’ una delle tante elezioni che il cittadino italiano è chiamato a fare, e costituisce un prezioso esercizio di partecipazione e di democrazia. Il Parlamento Europeo è qualcosa che a pelle si sente un po’ lontano, ma che comunque incide non poco nella vita comune. Non di rado le normative europee vanno a toccare la vita di tutti i giorni. E oggi più che mai l’Europa è chiamata ad essere e ad avere un compito rilevante dentro lo scacchiere mondiale, pena il ridimensionamento del suo ruolo. L’Europa che manifesta numerosi fattori di potenzialità ma anche di crisi e di fatica. In un momento cruciale a livello mondiale e ovviamente europeo, è importante dare il proprio contributo attraverso il voto. Di fronte alla crisi della partecipazione e della democrazia è necessario muoversi per vincere la sfiducia, l’astensionismo e riguadagnare un rinnovato slancio nella ricerca della libertà e della pace tra tutti i popoli. E fra le urgenze che ora si manifestano ci sono la pace, la fedeltà alle proprie radici, la libertà per le persone e per gli Stati, la sfida tecnologica. L’Unione Europea sta attraversando una fase di difficoltà cominciata con le recenti crisi finanziarie e poi accentuata dalla pandemia e dalla crescente concorrenza globale.
La mancanza di crescita equa tra gli Stati membri mina la sua autorevolezza, mentre i conflitti in atto ne mettono a rischio la stabilità.
Le domande sul ruolo dell’UE, sulla sua identità e sulle principali questioni aperte toccano la quotidianità dell’intero sistema economico-sociale: dalle imprese ai singoli cittadini. Ma sarebbe astratto affrontarle senza partire dall’urgenza che oggi più di tutte rischia di mettere in pericolo l’intero progetto. I gravi conflitti armati scoppiati ai confini dell’Europa mettono alla prova in modo radicale il futuro dell’esperimento europeo. Ogni sforzo va concentrato sull’impegno per la pace. È utile riguardare le origini: al centro del progetto europeo non c’era l’economia ma la possibilità di costruire una pace stabile e duratura. La collaborazione tra Paesi vincitori e vinti della Seconda Guerra mondiale fu decisiva per porre le basi di un futuro comune senza conflitti e l’economia si è rivelata il mezzo concreto per realizzarlo. Aderiamo all’invito ad esprimere un voto affinché siano sostenute proposte politiche e candidati che abbiano a cuore anzitutto un orizzonte ideale teso concretamente al bene comune dell’Europa a partire da un impegno incessante per la pace tra tutti i popoli e per la dignità e libertà di ogni persona. don Luca