“Riprende il catechismo” è la frase che accompagna questi giorni. In effetti i vari gruppi di catechismo hanno ripreso gli incontri, con la proposta che parte dai più piccoli di prima elementare fino ai ragazzi delle superiori. Gli incontri che vengono proposti sono, è sempre bene ripeterlo, l’occasione per incontrare Gesù, conoscerlo, lasciarsi amare da Lui e nostra volta amarlo. Per meno di questo il catechismo non serve. Non serve infatti da parte delle famiglie “mandare” i figli a degli incontri per pretendere di avere poi il tanto agognato Sacramento, che ricevuto in un clima di indifferenza non può che far cadere nel vuoto la grande Grazia che invece esso contiene. Non che la Grazia non sia valida, ma ne mancano i presupposti perché possa attecchire nel cuore della persona e produrre i grandi frutti di bene che essa contiene. Se si vede invece il catechismo come un essere portati a fare esperienza di Dio, attraverso il volto di Gesù, allora le cose cambiano e di molto. Quando il catechismo non è più solo l’incontro (che qualcuno ancora chiama “lezione”…) col catechista ma diventa nella famiglia occasione per rilanciare la preghiera e sperimentare nella carità, nella gioia e nella celebrazione della Messa domenicale la viva realtà del vivere da cristiani, si percepisce un sincero cambiamento di posizione. L’incontro con Gesù è l’esperienza bella da poter fare per vivere quel centuplo che il Vangelo promette. L’esperienza del centuplo è quella di chi sa vedere la realtà della propria vita investita dal fascino della fede che sa rendere veri e autentici i rapporti. Una possibilità che è data ai bambini e ai ragazzi come ai loro genitori. La lieta notizia del Vangelo non è imprigionata dentro alcune età, essa si rivolge a tutti e a tutti offre la novità di poter incontrare o re-incontrare Gesù. Ecco allora che se da un lato accogliamo la frase che dice “riprende il catechismo”, dall’altro lato la dobbiamo inserire dentro il continuo cammino che si percorre nel seguire Gesù. Il credente è il discepolo che segue il Maestro, che procede nel cammino iniziato col Battesimo e che si nutre della Grazia dei Sacramenti, della Parola di Dio e della vita dentro il Corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. Se così non fosse il catechismo diventa un purtroppo, un peso da portare e dal quale disfarsene il prima possibile. E’ l’impoverire il tesoro che ci viene offerto, ed è anche l’abbruttire la dignità di figli di Dio che abbiamo ricevuto col Battesimo. don Luca
