Il vero scandalo

Davanti alla realtà occorre saper giudicare. Non per mettersi sul trono di chi si sente moralmente superiore ma per cercare di riconoscere il bene dal male e perseguire il primo e allontanare il secondo. Questo perché in ciascuno di noi non è esclusa quella possibilità che la tentazione ci faccia cedere al peccato. Le cronache di questi ultimi tempi portano l’attenzione a diversi scandali che colpiscono e possono colpire la Chiesa. Il dramma della pedofilia e la presenza di spinte che vanno a sostenere l’omosessualità come libero costume e come tendenza che può essere accolta anche fra chi si orienta al sacerdozio, sono aspetti che rimbalzano nelle notizie. Va detto che le varie informazioni vanno sapientemente e opportunamente filtrate e verificate. Capita non di rado che si sia davanti alle cosiddette “fake news” (notizie false) o a campagne denigratorie (non dimentichiamoci che c’è chi rema contro la Chiesa e possiede capacità di manipolare le comunicazioni) o a notizie che diventano processi mediatici ma che poi si sgonfiano, salvo poi lasciare addosso a chi le subisce l’onta della diffamazione e il fango della calunnia. Tutto ciò non toglie che nella Chiesa ci siano peccati e divergenze rispetto a ciò che il Vangelo ci insegna. Il Papa stesso ha ribadito come in alcuni casi dei membri della Chiesa non siano stati fedeli in pieno al loro compito e mandato e di come abusi contro i minori siano state delle profonde ferite, non importa poi se in numero circoscritto rispetto a certi dati divulgati e non pienamente veritieri. Certamente la Chiesa ha sempre bisogno di un continuo cammino di conversione e purificazione. Fin da subito è stato chiaro che la dinamica del peccato può colpire chiunque, anche coloro che più strettamente seguono Cristo. Pensiamo come i Dodici, che pure l’avevano davanti, siano fuggiti dall’Orto degli ulivi e di come Giuda lo abbia tradito. Se è certa la presenza del male che, come ci ricorda il Vangelo, cresce accanto al bene (la famosa parabola della zizzania) è altrettanto certo il cammino di crescita e di correzione che deve essere fatto per evitare gli scandali e gli ostacoli. Ma lo scandalo più grande, dove per scandalo si intende l’ostacolo alla verità, è quando la Chiesa si dimentica di essere sé stessa, ovvero di annunciare e testimoniare Cristo. La Chiesa smette di essere sé stessa non quando è colpita dagli errori ma quando si dimentica del suo scopo e della sua origine che è Cristo. Quando non si mette più al centro Colui che è il nostro Salvatore, ma si sostituisce ciò con analisi e sociologie, ecco che si rischia la deriva. Occorre che si rinnovi all’uomo la grande certezza che la vita è buona, perché nasce da Dio, nasce dal mistero di Cristo, ci viene donata in virtù della sua presenza e della sua grazia. Si sperimenta come vita nuova, come modo nuovo di essere, di agire, di vivere, di lottare, di soffrire, di morire. E questa vita nuova, che rende ogni giorno nuova l’esistenza, non deve essere trattenuta con qualche forma di indolenza nello spazio della coscienza privata, dei singoli o delle comunità, ma deve essere annunciata con forza ad ogni uomo di questo mondo, perché soltanto nell’incontro con Cristo l’uomo di questo mondo può trovare il senso profondo della sua esistenza          don Luca