Cosa può dirci Sant’Abbondio, il patrono della nostra Diocesi? Vissuto nel V secolo, dista da noi quasi 1600 anni, un tempo significativo e lungo. Ma come sempre la santità è una realtà sempre “giovane” e fresca, non conosce l’usura del tempo e si mantiene sempre attuale e viva. Personalmente Sant’Abbondio mi è sempre stato simpatico… un po’ perché è il patrono della mia città natale e per un comasco Sant’Abbondio è sempre qualcosa di speciale. E poi il fatto che la sua protezione la estenda a tutta la Diocesi, lo rende ancor più caro. Da piccolo rimanevo colpito nel vedere la basilica a lui dedicata con due torri campanarie, era una cosa per me curiosa e che dava un senso di imponenza e slancio. L’interno poi della chiesa mostra nell’abside un ciclo pittorico che fa stare letteralmente a bocca aperta, tanto è bello. Poi ho visto come un “torto” il fatto che il sublime Manzoni abbia voluto affibbiare il nome del nostro patrono al famoso don Abbondio dei “Promessi Sposi”, figura non certo adamantina, tanto che spesso il nostro patrono e il parroco di Renzo e Lucia vengono indebitamente associati anche solo per assonanza. E quindi è opportuno stabilire una giusta percezione fra il pusillanime sacerdote manzoniano e invece il deciso e forte Santo patrono di Como. Egli arriva come quarto vescovo della città e della neonata Diocesi di Como. Probabilmente di origine greca, riceve il mandato a pascere il popolo di Dio che si trova fra lago e monti. Abbondio è un pastore a tutto tondo, vive il suo compito di vescovo in modo intenso e appassionato, senza risparmiarsi. E qui manifesta un tratto molto bello e del tutto attuale dell’essere a servizio del Regno di Dio. All’epoca del Santo vescovo il contesto in cui si muoveva era ancora per lo più pagano, come d’altronde è un po’ il nostro, certamente post-cristiano, e sicuramente non era facile farsi strada per annunciare la novità che Gesù porta col suo Vangelo e la Sua Persona. Ma Abbondio lo ha fatto. Ha evangelizzato in lungo e in largo il territorio e soprattutto il popolo che lì vi dimorava. Il patrono della nostra Diocesi ha dato testimonianza di una passione per Cristo e per la gente che rifulge come esempio anche per noi oggi. Abbondio poi, su incarico del papa Leone è stato inviato a Costantinopoli per proporre la retta dottrina riguardante l’incarnazione di Cristo, questo per aiutare l’opera di contrasto delle eresie che tendevano a mostrare un volto di Cristo incompleto e fallace. Ciò evidenzia sicuramente la stima di cui godeva Abbondio e delle sue capacità non solo diplomatiche ma soprattutto di difensore forte e vigoroso della vera fede cattolica. Ad un patrono così possiamo chiedere di avere il desiderio di riconoscere Cristo per quello che veramente è e di avere la passione di poterLo testimoniare e comunicare. don Luca

