Ain Karim

Inglobato nella municipalità di Gerusalemme, si trova il villaggio di Ain Karim (o Ein Karem in ebraico). Qui sorgono due edifici che hanno visto la visita del nostro pellegrinaggio, la chiesa della natività di Giovanni Battista e la chiesa della Visitazione. La prima di queste ricorda la figura del Battista, il Precursore, e viene indicata come la casa di Zaccaria. Nella chiesa, sono presenti numerose rappresentazioni di San Giovanni che costituisce una figura importante nell’economia della vicenda di Gesù. All’esterno della chiesa, sul muro perimetrale, è presente tutta una serie di pannelli che riproducono in varie lingue la preghiera del Benedictus, detto anche il cantico di Zaccaria, che viene usata ogni giorno nella recita delle Lodi. A non molta distanza dalla chiesa del Battista, salendo su una stradina, si giunge alla imponente chiesa della Visitazione. “In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda” (Lc 1,39). Con queste parole viene indicato come la Vergine si portò da Nazareth verso questo luogo montuoso dove risiedeva la più anziana cugina Elisabetta, che era incinta di Giovanni Battista.

Ain Karim, chiesa della Visitazione

Da quella che sembra apparentemente una visita di cortesia, nasce una delle pagine più note del Vangelo. Prima di preoccuparsi di sé stessa, Maria pensa infatti all’anziana Elisabetta, che ha saputo essere in gravidanza avanzata e, spinta dal mistero di amore che ha appena accolto in sé stessa, si mette in cammino “in fretta” per andare a portarle il suo aiuto. Ecco la grandezza semplice e sublime di Maria! Quando giunge alla casa di Elisabetta, accade un fatto che nessun pittore potrà mai rendere con la bellezza e la profondità del suo realizzarsi. La luce interiore dello Spirito Santo avvolge le loro persone. Ed Elisabetta, illuminata dall’Alto, esclama: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,42-45). Andando oltre la superficie, Maria “vede” con gli occhi della fede l’opera di Dio nella storia. Per questo è beata, perché ha creduto: per la fede, infatti, ha accolto la Parola del Signore e ha concepito il Verbo incarnato. La sua fede Le ha fatto vedere che i troni dei potenti di questo mondo sono tutti provvisori, mentre il trono di Dio è l’unica roccia che non muta e non cade. E il suo Magnificat, a distanza di secoli e millenni, resta la più vera e profonda interpretazione della storia. L’incontro fra queste due donne, rivela da un lato l’opera di Dio, ma anche la risposta e il riconoscimento che la persona può dare alla iniziativa del Padre.  don Luca