Brontolo

Guardando ai Vangeli e alle letture di queste ultime domeniche emerge più volte il fatto che le persone mormorano; a volte contro Mosè a volte contro Gesù stesso. E’ interessante che la Parola di Dio non censuri un aspetto che, apparentemente, mette in discussione l’autorità di figure che non fanno altro che operare secondo la volontà di Dio e a favore delle persone stesse. Si poteva fare a meno di annotare queste fatiche e incomprensioni, si poteva evitare di dire che Gesù è stato criticato anche dai suoi discepoli. Eppure tutto ciò è presente nei Testi Sacri. Questo ci dice che la Parola di Dio non è una parola accomodante, edulcorata, fatta per dipingere un modo tutto rosa con farfalline che svolazzano. La Parola di Dio viene a leggere in profondità la nostra umanità e ci dice cosa Dio sta comunicando al nostro cuore. E’ Parola viva, forte e penetrante come spada a doppio taglio (Eb 4,12), capace di dare un giudizio sulla nostra vita, sostenendo il nostro continuo crescere nella fede. Ebbene, la mormorazione, di cui sopra, se molte volte viene richiamata è perché è qualcosa su cui siamo chiamati a lavorare nel nostro cammino di conversione. La mormorazione cos’è in fin dei conti? E’ il parlare male di qualcuno? Sì anche, ma non del tutto.  E’ lamentarsi sterilmente delle cose che non vanno? Fuochino … siamo vicini ma non ancora abbastanza. E’ dire che il parroco sbaglia? (non dite se l’avete pensato, ma quante volte…) Non direi che ciò sia rilevante… Ma allora cos’è la mormorazione? Il mormorare nel senso biblico del termine vuol dire non credere, non avere fede. Gli ebrei mormorarono contro Mosè perché non credevano che Dio, pur avendoli liberati dalla schiavitù, li avrebbe condotti alla terra promessa. I Giudei mormoravano contro Gesù, nonostante avessero visto i pani e i pesci moltiplicati, perché Gesù aveva chiesto loro di credere che Lui era il Pane vivo disceso dal cielo. Pur davanti alle evidenze mostrate con fatti e avvenimenti il cuore dell’uomo si ostina a non credere, a non aver fede. E utilizza pretesti e situazioni per elevare mormorazione e lamento. Anche oggi si vedono esempi di battezzati che vivono una fede che li fa assomigliare ad una figura tanto nota delle favole. Sembrano il nano “Brontolo”, sempre pronti a lamentarsi, a vedere non solo quello che non va, ma si impegnano a criticare anche quello che sta andando bene. E’ il cristiano che ha nascosto nel suo cuore la dimensione pasquale e si sforza di vedere solo il grigio e il nero che c’è attorno a lui (perché di quello che c’è in lui/lei, se ne guarda bene dal metterlo in luce …). E’ soprattutto colui che non crede veramente nel Signore, ma in qualche forma di espressione che ha a che fare con la religiosità, ma senza essere veramente religioso. E’ chi dice di credere ma non va a Messa o bestemmia a tutto spiano, chi critica Papa, vescovo e via andare, chi sorvola ampiamente sui Comandamenti. Il mormorare è dunque una spia che lampeggia e segna la necessità di fare una revisione della propria qualità della vita di fede.                                                 don Luca