Lo Spirito Santo, come ben sappiamo, è Dio stesso, è la terza Persona della Trinità. Parole giuste e adeguate, ma che però rischiano in qualcuno di essere solo una frasetta di circostanza, o addirittura qualcosa di lontano e insignificante. E’ importante comunque cogliere un dato di fede incontrovertibile, cioè che Egli alberga in noi fin dal Battesimo. Ci dice infatti San Paolo: “O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?” (1Cor 6,19). Sono termini bellissimi e allo stesso tempo carichi della evidenza di un dono grande. Noi tutti abbiamo un dono che viene da Dio, una realtà che ci unisce a Lui, tanto che non siamo cani sciolti, ma siamo legati a Dio che ci ha creati e che ci ama. Emerge il dato che non mi faccio da me stesso, ma tramite il dono dello Spirito appartengo a Dio come un figlio, anzi “da” figlio: sono suo. Lo Spirito Santo mi permette di essere in grado di cogliere come Dio agisce in me e attraverso di me.

Sì, bello, ma come? La terza Persona della Trinità è Dio, va bene, ma dove lo “vedo”, ma dove lo “tocco”? Come faccio a capire che Lui c’è? E cosa può fare in me? Facendo un esempio possiamo notare come ci capita di vedere l’altra sponda del lago tutti i giorni, e magari non ci si fa più caso. Tutti i giorni vediamo le imponenti montagne che ci circondano, e con sguardo distratto facciamo le nostre cose, guardando ingobbiti il nostro cellulare. A volte c’è anche un po’ di foschia, velature che offuscano la visuale e quindi si fa fatica a distinguere ciò che abbiamo di fronte. Eppure, un po’ di vento che segue qualche goccia di pioggia, ci svelano un paesaggio sorprendente! Gli stessi luoghi di tutti i giorni ci appaiono nitidi, colorati, con forme delineate: è tutto molto bello, rimaniamo a bocca aperta! Eppure c’erano, le stesse cose, anche il giorno prima, ma non ci siamo accorti. Lo Spirito Santo è quella condizione che ci fa vedere le realtà della vita, tutte nessuna esclusa, con gli occhi di Dio. Ci permette di vedere in modo nitido ciò che il Signore ha preparato e sta preparando per noi. Ci toglie il velo della distrazione e della incapacità di vedere. Ci scuote dal torpore della indifferenza e della aridità spirituale. Questa possibilità ci è donata, gratuitamente dalla bontà di Dio, e a noi spetta domandarla e viverla. Domandandola nella preghiera, attraverso il gesto che ci fa rivolgere al Padre Buono per chiedere che avvenga la Sua volontà e che questo dono dello Spirito sia in noi. Accanto alla preghiera c’è la Chiesa, la comunità cristiana, dove con l’aiuto di fratelli e sorelle nella fede posso essere aiutato a riconoscere il dono dello Spirito e a viverlo. don Luca