Ecco tua Madre !

maria-di-nazareth-4Qui sotto alcune brevi riflessioni, in margine all’intervento fatto in occasione del mandato agli operatori pastorali che si è tenuto lunedì 5 dicembre 2016 per la Comunità Pastorale.

 

Il cammino che le nostre Comunità Parrocchiali e la Comunità Pastorale sono chiamati a fare vedrà, nel corso dell’anno 2017, una connotazione mariana. Nello scorso anno pastorale, il primo nel nuovo percorso comune, eravamo stati invitati a “porre al centro Cristo” . Va da sé che una tematica così è centrale in ogni ambito e momento della vita cristiana, e comunque si era voluto sottolineare l’inizio della Comunità Pastorale con l’evidenziare la sua radice e la sua possibilità di sussistenza. Quest’anno lo sguardo ci porterà a fissare l’attenzione su Maria, la Madre di Dio e Madre nostra. Il motivo di questa scelta si annida nella costatazione della bella devozione mariana che anima le nostre tre parrocchie, testimoniata dalla partecipazione al mese mariano di Maggio. E poi anche dal fatto che nel 2017 ricorrono i cento anni della apparizione della Madonna a Fatima. Un’apparizione che oggi non ha ancora esaurito la portata innovatrice e profetica. La frase che ci orienterà è quella pronunciata nel Vangelo di Giovanni da Gesù sulla Croce: “Ecco tua Madre!”. Gesù ci affida a Maria, e lo fa indicandocela non in modo generico, ma come Madre, dentro una dimensione relazionale e affettiva ben profonda. “Ecco tua Madre!” è la consegna che Gesù ci offre nel momento in cui sta per donare in modo compiuto la sua vita per la nostra salvezza. E’ il saperci amati e abbracciati da un Amore che non ci lascia soli, né ora né nell’eternità. Questa sottolineatura mariana non è un piano pastorale parrocchiale, non vuole essere un “progetto”, abbiamo già quelli che ci potranno indicare la Chiesa diocesana e la Chiesa universale (pensiamo al recente Anno straordinario della Misericordia). Vuole invece essere piuttosto uno “stile” da approfondire e da imitare. C’è l’intento di indicare con maggior evidenza come Maria sia nostra Madre non solo come titolo, ma come esperienza.

Possiamo allora vedere come Maria abbia avuto un profondo legame con Gesù, di come sia stata legata a Lui fin dal momento dell’Annunciazione, quando ha accolto nel grembo Colui che è stato generato dallo Spirito Santo. Maria, il primo tabernacolo sulla terra, ha ospitato il frutto dell’Amore di Dio per l’uomo, rendendosi disponibile ad essere strumento prezioso nelle mani del Signore. Maria quindi Madre di Dio in un legame che è esclusivo ma non escludente. La sua maternità verso Gesù si dilata a tutti i figli di Dio generati dal Battesimo e dalla fede nel Salvatore, fino ad estendersi anche verso coloro che sono lontani ma per questo non dimenticati. Ai piedi della Croce, Gesù affida a Maria i suoi discepoli, la Chiesa tutta. Sappiano quindi di non essere soli, sappiamo che abbiamo una guida sicura che ci sa orientare verso quel legame costitutivo con l’Autore della nostra salvezza. In Maria la sua maternità verso di noi non è solo un dato puramente simbolico o vagamente spirituale, è invece una connotazione essenziale e concreta.

Guardando a Maria possiamo vedere alcuni atteggiamenti che ci possono guidare nell’assumere uno stile con cui porci nella nostra vita di fede.mater_divianae

  1. Maria è la donna dell’ascolto. Un ascolto che è accoglienza della Parola, dell’annuncio del disegno di Dio. Un ascolto che non è passivo, ma capace di saper leggere nella propria esistenza quanto il Vangelo, quindi Cristo stesso, sta dicendo a me e alla mia comunità. Saper essere persone che si lasciano guidare dall’incontro fatto con Gesù e come Maria sanno leggere i segni di questa Presenza. Ascolto che genera vita, che genera passione, che legge la realtà con gli occhi di Dio.
  2. Maria è la donna della disponibilità. Il dono che Maria ha avuto dell’essere scelta da Dio per essere la Madre del Salvatore, non l’ha rinchiusa in un mondo di privilegi e di ovattata distanza dal reale, ma al contrario l’ha inserita dentro la dimensione della carità e del servizio. Eccola nella Visitazione ad Elisabetta, sapersi spendere nello stare con la cugina e nel mettersi al suo servizio. E’ Maria, che nella vita nascosta di Gesù, per trent’anni sta con il Figlio, non soltanto seguendolo ma anche servendolo, come fanno tutte le madri con i propri figli. Maria ci invita quindi ad essere uomini e donne aperti al servizio e alla carità. Di sapere che l’essere per Dio non esclude l’attenzione al prossimo.
  3. Maria è la donna della presenza dentro la Chiesa. Il suo essere nel Cenacolo insieme agli Apostoli nel momento della effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, dice con chiarezza quanto essa sia profondamente unita e in comunione con la Chiesa di cui è Madre, proprio per l’affidamento fatto da Gesù. Maria cammina con la Chiesa e continua a seguirla con le sue premurose attenzioni. Essere come Lei dentro la Chiesa vuol dire sentire le nostre comunità non estranee a noi ma parte della nostra esperienza di fede. Siamo dentro la Chiesa e per la Chiesa, non siamo battitori liberi con la comoda scappatoia della “libera uscita”, ma siamo appassionati al Corpo di Cristo e alla sua maggior gloria, che è poi la maggior gloria a Dio che della Chiesa è l’origine e il fine.

Assumere quindi uno stile mariano non significa abbracciare uno sterile e superficiale devozionismo, ma significa nella preghiera e nella meditazione dei momenti della vita di Maria, vivere una sana e robusta esperienza di fede. Un modo rinnovato di porci come battezzati a servizio del Regno di Dio, di sentirci in una profonda comunione con Gesù, come la Madonna ci ha insegnato e mostrato. don Luca