Sono capitate vicino due situazioni che mi hanno dato lo spunto per una riflessione. Un primo dato l’ho ritrovato sul giornale “La Provincia” di Como. Sul quotidiano locale veniva segnalato l’aumento, e non certo per la prima volta, di casi di malori riscontrati fra giovanissimi. L’assunzione di bevande alcoliche e non di rado anche quella di sostanze stupefacenti, creano un mix che genera malesseri. Accanto all’aspetto prettamente medico che sconsiglia caldamente il bere alcool in età ancora giovane (e con altrettanta grave preoccupazione quella del ricorso agli stupefacenti) c’è la riflessione sul perché molti giovani si accostano a queste pratiche. I vari organi di osservazione rilevano che si abbassa sempre più l’età dell’assunzione degli alcolici e quindi dei fenomeni di conseguenze sulla salute, fisica e psichica. Si comincia nella fascia della preadolescenza, anni della scuola media, e poi via via in crescendo. Sono sicuramente gravi le conseguenze che causano alcol e stupefacenti ma sono dolorose anche le situazioni che le provocano. Mancanza di adulti (genitori) che educano veramente, lontananza dai valori positivi che orientano la vita, la mentalità del “tutto e subito” che genera appagamento e fa sprofondare nella noia e nella ricerca di evasione, poca propensione alla rinuncia e al sacrificio. Tutto ciò e anche oltre, fanno crescere persone che cercano fughe e non verità.

Spesso si dice che tanto sono ragazzi, che lo hanno fatto tutti (?), che ciò che importa è che vanno bene a scuola e che uno sfizio “ogni tanto” bisogna prenderselo… che poi quello che conta è divertirsi e che poi cresceranno (per quello crescono anche i pomodori…). Si pensa che basta lo sport per allontanare dai vizi, ma se alleno solo il corpo trascurando mente e cuore qualcosa manca sempre. Accanto a questa notizia sulla realtà giovanile, nei giorni scorsi, precisamente il sei di giugno, c’è stata la memoria liturgica della beata Suor Maria Laura Mainetti, la religiosa che a Chiavenna è stata uccisa a coltellate da tre giovani ragazze. Ebbene la nostra beata parlando dei giovani diceva: “nell’odierna società sono i più poveri tra i poveri perché facilmente influenzabili”. Quanto sono vere e profetiche queste parole! Si aprono qui ampi spazi di considerazioni e riflessioni. Ma sento necessario rinnovare il compito educativo che i nostri Oratori hanno e che sono chiamati a portare avanti (senz’altro migliorando) per aiutare i più giovani a scoprire in Gesù Colui che non solo da senso alla vita ma la rende bella. don Luca