Guardare il tempo

Il tempo che abbiamo, e che contiamo nel trascorrere dei giorni, settimane, mesi e anni, è un grande dono. E’ l’occasione che ci è data di metterci in gioco, di vivere secondo i valori e le scelte che sentiamo nostre. Quali sono le cose a cui di maggior importanza? Sono quelle che nel mio tempo, specialmente quello libero, occupano il mio agire o il mio dispormi in un certo atteggiamento. Ho del tempo cosa faccio? A chi o a cosa dono le mie attenzioni? Questa riflessione ci può portare anche a vedere su dove spazia il mio sguardo. Queste ultime domeniche dell’Anno Liturgico sono un richiamo alla escatologia, ovvero alle cose ultime, a quello che è il mio destino. Il Vangelo nella sua completezza ci porta a considerare come bene importante il tempo presente e ci orienta anche a guardare al tempo futuro, quello che più compiutamente chiamiamo eternità. Considerare e pensare alla eternità non è sempre visto facilmente; si vuole vivere solo il tempo attuale, spostando, con una forzatura mentale, la dimensione della vita solo nel presente. Lo si vede nel modo con cui ad esempio il tema della salute viene affrontato. Si tende ad estremizzare una “eterna giovinezza” per cui l’incedere degli anni non è accettato e si cerca di occultarlo con atteggiamenti giovanilistici, con il ricorso a ciò che può nascondere i segni del tempo e altro ancora. Vi è poi una facile e repentina rimozione del tema della morte, che pure è parte della vita, come se questo avvenimento non dovesse mai arrivare. Il tema della escatologia non ci dice di aver paura della morte, che sicuramente non affrontiamo con sventata spensieratezza, ma ci aiuta a collocarci in una ottica dove diamo valore alla nostra vita contemplandola in una ottica di piena realizzazione, dove è importante il mio presente ma dove non nascondo qual è il mio fine ultimo, la salvezza nella eternità. Tutti sappiamo che quando è certa la meta anche il cammino lo si percorre con più sicurezza, e direi anche con più gioia. Il Vangelo e la grande pedagogia della Chiesa mi insegnano che l’amore che vivo, ricevuto e donato da Dio e dal prossimo, è quello che segna il mio presente e che mi permetterà di meritare la salvezza. Approcciandomi in questo modo abbraccio il mio tempo senza censurare nulla di ciò che vale. Vivo sapendo che il Signore mi dona il mio presente non fine a sé stesso ma orientato all’aldilà, sapendo che Lui mi accompagna nella ricerca del bene e del vero. don Luca