Il dono prezioso della vita religiosa

Un dono prezioso è la vita consacrata, a cui appartengono quelle vocazioni che esprimono il dono totale a Dio attraverso i voti, o consigli evangelici, che sono la povertà, la castità e l’obbedienza. La vita consacrata comprende tutte quelle figure di uomini e donne che si consacrano interamente a Dio. Essi sono i padri, le suore, i fratelli, i monaci e le monache, le vergini consacrate, i membri delle Società di vita apostolica, i laici consacrati. C’è una grande ricchezza che viene suscitata dai vari carismi che nel corso dei secoli hanno arricchito la Chiesa e continuamente la arricchiscono. Sorge però evidente come la vita religiosa viva, almeno nell’ambito della realtà occidentale, un calo numerico (che però coincide, purtroppo, anche con il pesante “inverno demografico” e con l’aridità spirituale della società). Si fa notare che non ci sono più i frati a Dongo, per rimanere nel nostro contesto, così come sono diminuite le presenze delle suore, come le nostre guanelliane, che prima da noi gestivano gli asili di Musso, Cremia e anche Pianello (solo per fare degli esempi). Si fa notare, ma non si raccoglie la sfida che queste diminuzioni portano con sé.

Dobbiamo sempre domandarci se come Comunità aiutiamo a far sorgere queste vocazioni. E’ anche vero che nel corso della storia della Chiesa molte realtà di famiglie religiose sono sorte e poi hanno lasciato posto ad altre esperienze. Questo non toglie che anche all’interno della vita religiosa siano necessarie delle riflessioni. Un noto testo di Benedetto XVI afferma che «all’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva». Se ogni vita cristiana nasce dall’incontro con la persona di Gesù, la vita religiosa, che ha un’origine profetica, non può sorgere e prosperare senza una dimensione profondamente spirituale e mistica, con l’unzione dello Spirito. Ciò significa che essa, spesso sovraccarica di lavoro, deve favorire ampi spazi personali e comunitari di preghiera e di silenzio, la lectio divina, la liturgia ecc., affinché la vita e la società, in un mondo lontano da Dio, s’impregnino sempre più di valori e atteggiamenti evangelici. Ma è altrettanto necessario porsi accanto ai crocifissi della storia, incontrare Dio nei poveri, per evitare che la nostra preghiera sia una fuga dal mondo alienante. Quando si ricordano figure eminenti della vita religiosa, i fondatori e le fondatrici, ci si sorprende davanti alla grande ricchezza e profondità spirituale che hanno apportato alla Chiesa e all’umanità persone come Benedetto e Scolastica, Bernardo di Chiaravalle, Francesco e Chiara, Domenico e Caterina da Siena, Teresa di Gesù, Giovanni della Croce, Teresa di Gesù Bambino ed Edith Stein, Teresa di Calcutta, Charles de Foucauld e tanti altri. La mistica è parte essenziale della vita religiosa: questa non è possibile, se non ci si appassiona in prima persona per il Signore Gesù e per il Vangelo. L’attuale trasformazione a cui essa è chiamata non sarà attuabile senza una conversione alla mistica.  don Luca