Cosa è per me la S. Messa? Ognuno di noi davanti a questa domanda potrà rispondere in molti modi. Ma siamo sicuri che le nostre risposte siano quelle che si avvicinano a ciò che la S. Messa è realmente? Perché tanta gente oggi non viene più a Messa o la vede come una cosa così lontana e, purtroppo, insignificante? La risposta a queste domande ci apre a riflessioni molto significative. Sicuramente una cultura e una mentalità improntate sul materialismo e sulla chiusura in sé stessi sono aspetti che tolgono aria a comprendere la S. Messa che invece esprime il dono di sé stesso che Gesù ha compiuto per trasmetterci il suo Amore e la Salvezza. Un mondo ripiegato solo e unicamente sul presente, che non concepisce l’esistenza della vita eterna e del Paradiso (oltre che dell’Inferno) non può vedere nella celebrazione eucaristica quella realtà che apre all’oltre, alla trascendenza. Si vive come se non ci fosse un “domani” (che invece c’è) cercando di strappare dai giorni del presente l’illusione che tutto si concentri unicamente nel “qui e ora”, perdendo di vista il fatto che il “qui e ora” è l’occasione per vivere bene l’oggi ma anche per aprirmi e ottenere “l’eterno” e il “per sempre”. Altra motivazione, questa interna alla vita della Chiesa, è stata quella di ridurre la Messa non più ad un incontro con il Sacro, alla celebrazione del Sacrificio di Amore di Cristo che ha dato la vita per noi, ma ad un convenire insieme dove l’accento è stato spostato da ciò che si celebra sull’altare a vedere invece come preponderante e unico ciò che si fa nell’assemblea. Questo ha portato all’impoverimento del significato della Messa, diventata il “palco” dove qualcuno (sacerdote e/o assemblea) fa qualcosa: si muove, parla, canta e compie gesti, ma non riconducendo più ciò che si fa a Cristo, ma a sé stessi e alle proprie attitudini. Quando si è vista la Messa scadere a scaletta di canti più o meno appropriati, assistere a processioni offertoriali dove si porta di tutto e di più, dove è più importante far fare qualcosa a tutti piuttosto che lasciar fare a Colui che fa tutto, e via dicendo, si è arrivati a impoverire un tesoro. Anche questo far scemare il significato della Messa ne ha portato l’impoverimento. Lascio perdere poi il fatto che adesso la Messa la “si vede per televisione”, perché è “più comodo”, magari sdraiati sul divano tracannando la gazzosa, fra un cruciverba della Settimana Enigmistica e una telefonata alla cugina. Quasi fosse uno spettacolo da assistere e non una celebrazione cui partecipare attivamente e in presenza. C’è proprio bisogno di riscoprire cosa è la Messa, il grande tesoro che Cristo ci ha lasciato, dal quale dipende la nostra vita presente e la nostra salvezza. Vi invito, miei pochi ma cari lettori, a partecipare venerdì 28 ottobre alle 20.45 a Musso presso l’Oratorio, al primo incontro dove saremo condotti ad apprezzare la grande ricchezza dell’Eucarestia. Vi aspetto.
don Luca

