Dalla verde Galilea il percorso del pellegrinaggio ha portato il nostro gruppo nel territorio della Samaria. Zona centrale della Terra Santa è anch’essa ricca di storia e di riferimenti biblici. La Samaria è oggi in buona parte sotto lo Stato di Palestina, pur con la presenza di insediamenti ebraici e di zone controllate dallo Stato di Israele. Il punto principale del nostro giro in Samaria è stata Nablus, la città che è sorta nel 72 d.C. vicino alle rovine dell’antica città di Sichem, dove furono ambientati diversi episodi dell’Antico Testamento. Vicino a Nablus sorge il monte Garizim, luogo sacro e cuore della religione dei Samaritani, che era in contrapposizione al famoso tempio di Gerusalemme, riconosciuto invece come centro della religione ebraica. Nablus è il nome arabizzato del greco “Neapolis” ovvero “nuova città” (nea polis) che indica appunto la nuova fondazione vicino ai resti della biblica Sichem. La meta a Nablus è stata la chiesa che ricorda l’incontro avvenuto, presso il pozzo di Giacobbe, tra Gesù e la donna Samaritana narrato nel Vangelo di Giovanni. Questo luogo appartiene alla chiesa ortodossa ed è dotato di un doppio campanile. Nella cripta della chiesa è presente il pozzo di Giacobbe (in arabo Bir Yaqub).
Qui a Nablus abbiamo incontrato un monaco ortodosso, padre Giustino, che di questa chiesa è stato l’autentico edificatore, lavorando infatti con le sue stesse mani nel costruire le parti murarie così come abbellirla con affreschi e dipinti. Un personaggio che si è districato nelle varie vicende storiche recenti, spesso molto tormentate, fra arabi ed ebrei, ma riuscendo ad ottenere permessi e finanziamenti per innalzare questa imponente chiesa. Il pozzo di Giacobbe è un pozzo dal quale tuttora è possibile, calando un secchio con la carrucola, pescare l’acqua fresca. Quell’acqua che aveva spinto la donna samaritana a recarvisi, un mezzogiorno, per riempire la sua brocca. E proprio mentre ella era al pozzo che arriva anche Gesù e nasce quel dialogo, bello e commovente (nel senso che “muove” il cuore), fra la donna e il Figlio di Dio. Un incontro che nasce da un gesto quotidiano per le donne dell’epoca, andare al pozzo a prendere l’acqua per il fabbisogno della casa. Un po’ come se oggi una nostra brava donna si recasse nel negozio o al supermercato per fare la spesa. Qui avviene il dialogo che porta questa donna dalla iniziale avversione e diffidenza a scoprirsi accolta e letta in profondità da Gesù. Quel Gesù che promette un’acqua viva di cui l’uomo di ogni tempo ha necessità e bisogno. Quest’acqua rappresenta lo Spirito Santo, il “dono” per eccellenza che Gesù è venuto a portare da parte di Dio Padre. Anche oggi Gesù ci incontra nel nostro vissuto quotidiano per donarci la Sua Presenza attraverso il dono dello Spirito. don Luca