Ne manca uno

Hanno lasciato, e lasciano, ampi strascichi le riflessioni maturate in merito alla sentenza emessa negli USA dalla Corte Suprema circa l’aborto. In questa sentenza non si parla di abolizione dell’aborto ma di libertà di scelta per i vari stati se applicare o no questa possibilità. Si sono aperti molteplici dibattiti sui “diritti” delle donne, sulla salute delle donne, sulla libertà di scelta, sulle libertà di opinioni (pare queste solo in certe direzioni, a giudicare dalle reazioni violente che sono scaturite da frange estremiste). Tutti a parlare di diritti e di libertà, “pro choice”(a favore della scelta) ma ho percepito poche voci che hanno accennato a una figura importante: il bambino che sta nel grembo. Sì perché in questo dibattito manca una voce, quella di chi non ce l’ha, o meglio ce l’ha ma viene messo a tacere. Ne manca uno, e questo “uno” è la parte più debole, perché indifesa, perché ha pochi giornali e pochi media che sono disposti a rivolgere lo sguardo su di lui. La natura, voluta e creata da Dio, permette il grande miracolo del dono della vita, nella unione fra uomo e donna. Un dono che fin dal suo concepimento è “persona”. Non entro nelle questioni scientifiche e filosofiche sulla persona, ma, con molta semplicità la ragione e la scienza dicono chiaramente che la persona c’è già fin dal suo concepimento. Essendo persona ha anche essa i diritti, anche essa va tutelata, ma soprattutto va amata. La questione sull’aborto ha come punto debole proprio il fatto che quella creatura che viene concepita, non è amata fino in fondo, non è colta nella sua valenza di persona. E questo mette a tacere con molta facilità la sua debole e fragile presenza. Non potendo che essere difesa da chi la sta portando in grembo, la vita concepita è nelle mani e nei cuori di chi si può prendere cura di lei. Penso che i fronti che si affrontano, pro vita e pro aborto, siano molto fermi e convinti delle rispettive posizioni. Ma è altrettanto chiaro che l’aborto è sopprimere una vita, su questo non si può tacere. Serve sicuramente una educazione non soltanto di conoscenze scientifiche e tecniche, ma una educazione all’amore e al valore della vita. E’ urgente più che mai vedendo la desolante parabola discendente che la natalità ha preso nel nostro paese. Un cuore che si apre alla speranza è capace di generare vita e bellezza. don Luca