Pensando all’aldilà

Non di rado mi sorprende la riflessione su cosa troverò oltre la vita terrena. La celebrazione dei funerali, la verità di fede sulla vita eterna e in questo periodo, l’attenzione alla dimensione pasquale, pongono con evidenza il valore della vita presente e anche di quella nell’aldilà. Sicuramente non metto in dubbio ciò che ci sarà. Sono ben persuaso che la verità che la fede professa non è soltanto una speranza ma è anche una certezza. Lo dice di fatti San Paolo: “Se infatti i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, è vana la vostra fede e voi siete ancora nei vostri peccati“  (1Cor 15,16-17).

Questo dato, richiamatoci dall’Apostolo delle genti, ci ricorda che la nostra fede si basa sulla Risurrezione di Cristo e quindi sulla vittoria sulla morte. Che la morte arrivi e che Cristo l’ha vinta, per noi, è un aspetto che permette di guardare a questo passaggio con la serenità che la vita presente è bella e in base a come la viviamo (ovviamente secondo la volontà di Dio e non con un generico “secondo me”) meritiamo ciò che il Buon Dio ha preparato per noi. E quello che c’è dopo per noi sappiamo benissimo cosa sia: il Paradiso, l’Inferno e il Purgatorio. La prima è quella dove si spera di andare (meglio non peccare di presunzione…) ed è la gioia eterna, la comunione con Dio e con i Santi.  La seconda è quella dove non si vorrebbe andare (ma è sempre bene fare memoria che l’Inferno c’è, e non è vuoto…), per cui nel presente è meglio “attrezzarsi” ad evitarla. Ma il Paradiso e l’Inferno hanno una caratteristica comune: sono irrevocabili. Chi ci finisce, lì rimane. Non c’è modo di cambiare. Sicuramente la fede ci ricorda che esiste la Comunione dei Santi per cui fra Cielo e Terra c’è un legame profondo per cui possiamo ricevere l’intercessione dei Santi del Paradiso, della Madonna e della Santissima Trinità. Grazie che piovono dal Cielo e ci aiutano nel cammino presente. Il Purgatorio invece si presenta come realtà che è passibile di cambiamento. Da lì si può salire al Paradiso. Ma chi c’è chi lì vi finisce (ed è pensabile non poca gente, data anche la superficialità con cui, purtroppo, spesso si vive la vita di fede) per scontare un periodo di purificazione. Ecco allora il valore del suffragio per defunti che la Chiesa raccomanda ai viventi:  la preghiera, la celebrazione di Sante Messe per loro e la pratica delle indulgenze. Infatti, tali preghiere dei vivi in favore dei morti muovono la misericordia di Dio, ripagando dunque la Giustizia e diminuendo così il tempo di permanenza delle anime nel Purgatorio. Nel tempo quaresimale possiamo vivere, come opera di carità, anche la preghiera per le Anime del Purgatorio, procurando grande bene a costoro.               don Luca