Quando parliamo di Avvento parliamo di una “venuta”, così infatti vuole dire questo termine. E spesso si pensa che l’Avvento sia quel tempo, che ogni anno arriva prima di Natale, e che di questa festa ne fa un po’ il conto alla rovescia. In realtà non è proprio così, o meglio, ci sono significati più ampli di Avvento. Vediamoli.
Conosciamo una triplice venuta del Signore. Una venuta occulta si colloca infatti tra le altre due che sono manifestate. Nella prima il Verbo fu visto sulla terra e si intrattenne con gli uomini, quando, come egli stesso afferma, lo videro e lo odiarono. Nell’ultima venuta «ogni uomo vedrà la salvezza di Dio» e vedranno colui che trafissero. Occulta è invece la venuta intermedia, in cui solo gli eletti lo vedono entro se stessi, e le loro anime ne sono salvate.
Nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà nella maestà della gloria. Quindi questa venuta intermedia è, per così dire, una via che unisce la prima all’ultima: nella prima Cristo fu nostra redenzione, nell’ultima si manifesterà come nostra vita, in questa è nostro riposo e nostra consolazione. Stiamo quindi vivendo la dimensione intermedia dell’Avvento, quella che ci fa rivivere e rendere attuale nella liturgia la prima venuta di Gesù sulla terra, e ci prepara a desiderare e vivere la terza e ultima dimensione dell’Avvento, che è quella della manifestazione gloriosa di Cristo che giudicherà il mondo e quindi anche ogni singola persona (noi compresi, anche quelli che adesso fanno spallucce riguardo alla fede in Gesù e alla Chiesa). E’ un dono vivere questa dimensione. Lo è perché mette in moto in noi il desiderio di essere sempre legati a Cristo che era, che è e che viene. Il Signore ci concede fiducia e nella libertà ci invita ad assumere la condizione di essere vigilanti, quindi attenti e capaci di cogliere i segni della Grazia. E’ un tempo dove in noi agisce il dono dello Spirito Santo. Lo Spirito Santo ha operato quando in Maria, con il suo sì, ha generato il Figlio di Dio. Agisce in noi quando ci lasciamo plasmare dalla Sua opera e dai suoi frutti. Lo Spirito Santo sviluppa la sua azione dentro la vita della Chiesa, suscitando il dinamismo che fa sì che donne e uomini riconoscano come necessaria e fondante l’amicizia con Cristo che nel Natale celebriamo come nostro Salvatore. don Luca