Commento una notizia letta su internet, cercando di cogliere il significato e il riflesso che essa può dare. La vicenda è questa: un parroco di una parrocchia in Liguria ha lanciato un appello ai suoi fedeli perché partecipino, nella preghiera, ai funerali. Ha constatato come a volte le celebrazioni delle esequie siano deserte e di come siano in pochi ad accompagnare il defunto con l’orazione e partecipando al rito che è comunque l’ultimo saluto terreno che viene dato alla persona. Il funerale è il congedo da questa terra ed è un momento nel quale unire le proprie preghiere a suffragio del defunto che dopo la morte presenta la sua anima al cospetto di Dio per il giudizio. Giudizio che consegna la persona per il suo destino nell’eternità che può essere quello della gioia in Paradiso, magari attesa dal tempo trascorso in Purgatorio, oppure quello del castigo, anche quello eterno, dell’Inferno. La Comunione dei Santi che la Chiesa da sempre insegna, permette di poter “comunicare” fra la terra e il cielo proprio mediante l’orazione di intercessione. Tanto dal Paradiso riceviamo grazie tanto dalla terra possiamo intercedere per le anime dei defunti. Ecco allora il significato della presenza ai funerali, che manifesta al di là del legame con la persona defunta la possibilità di compiere un gesto di carità e di fede. Pregare per le anime dei defunti è una delle opere di misericordia, valida per chi si conosce e anche per chi è sconosciuto. E’ auspicabile che le celebrazioni dei funerali siano partecipate perché rappresentano questa certezza nella potenza salvifica della Risurrezione di Cristo che si chiede per il defunto ma che allo stesso tempo diventa un fattore educante per chi la vive, in quanto si va a rinforzare la propria fede nella Risurrezione. Devo dire che nelle mie tre care parrocchie c’è tuttora una buona partecipazione alla maggior parte dei funerali, anche con l’apprezzato accompagnamento dei canti.
Certo che a volte ci sono degli atteggiamenti sui quali educarsi. Uno è quello di venire ai funerali e di stare fuori dalla chiesa, quasi come se uno va al ristorante ma poi sta fuori e non mangia… L’altro è quello delle Comunioni fatte “per l’occasione” o “perché-me-la-sentivo”. La Comunione va ricevuta non per fare piacere al defunto, o per fare la “sfilata” per farsi vedere (c’è chi va a ricevere la Comunione e poi dopo aver preso il Corpo di Cristo si ferma a fare condoglianze e convenevoli coi parenti dei defunti, quando c’è il tempo e il momento in altre circostanze). L’Eucarestia, è sempre bene ricordarlo, va ricevuta in stato di grazia, cioè dopo essersi confessati se si sono compiuti peccati mortali (fra cui saltare la Messa domenicale). Comunioni sacrileghe non fanno bene al defunto perché non apportano nessuna grazia e poi recano danno spirituale a chi le fa perché si riceve indegnamente il Corpo di Cristo. E’ sempre bene per una fruttuosa partecipazione ai funerali confessarsi previamente. don Luca