Raglio d’asino non va in cielo

In uno dei suoi aforismi lo scrittore francese La Rochefoucauld diceva: “L’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù, ma quando l’ipocrisia supera una certa soglia l’omaggio è al ridicolo”. Questa frase dipinge molto bene alcuni atteggiamenti che sono balzati alle cronache negli ultimi tempi.  Un cantante (de gustibus non est disputadum…), marito di una ancor più nota moglie (è sempre la donna a comandare…) si è erto ad accusatore della Chiesa, la quale sarebbe, a detta sua, rea del non pagare le tasse dell’Imu (e ovviamente di tanti altri mali). Più che cadere nella ipocrisia, che sarebbe ancora dare a questo personaggio una possibilità di credibilità, si è sfociato nel ridicolo in quanto le sue affermazioni sono totalmente false e fuorvianti, non essendo documentate. Al contrario delle esternazioni dello chansonnier “de noantri”, la Chiesa paga le tasse che sono imputabili agli immobili, quando questi producono reddito, così come paga altre tasse che sono ad essa ascrivibili. Quindi, se non si sa si taccia. Ma forse per qualcuno il desiderio di visibilità è più forte dell’uso retto della facoltà intellettiva. E’ proprio vero che il raglio d’asino non va in cielo, ovvero certe uscite fan rumore ma non sono in grado di sostenere una verità, anzi spesso la mistificano. Questa scivolata che dall’ipocrisia è caduta nel ridicolo,  non ha fatto altro che mettere a nudo invece un clima di montante odio verso la Chiesa. Prova ne è stata la serie di manifestazioni denominate “gay pride” dove sono scesi in piazza persone che per rivendicare la tutela dei loro diritti (ma mi chiedo se le persone, di qualsiasi orientamento siano, non hanno già una tutela dei loro diritti, oppure qualcuno pensa di doverne avere più degli altri…?) hanno inscenato manifestazioni di chiara offesa alla religione cattolica, con vere e proprie bestemmie. Curioso e allo stesso tempo molto grave, il fatto che uno scende in campo per difendere il suo diritto a non essere offeso offendendo però la religione e chi vi crede. Strano che si chiede di essere rispettosi verso la realtà omosessuale ma poi si va a seminare odio contro chi osa chiedere rispetto e libertà di opinione. Strano… strano anche che non ho visto mai lo chansonnier di cui sopra e questi personaggi variopinti e stravaganti andare a inscenare parodie di Maometto o a protestare contro il mondo islamico dove, lì sì, gli omosessuali sono visti in modo molto negativo. Questo non fa altro che evidenziare da un lato la codardia e la malafede di questi esponenti, ma fa anche emergere l’odio anti cattolico, che qui però è chiaro da chi proviene… oggi come allora.  don Luca