San Giuseppe con noi

Nel cuore di questa Quaresima 2021 potremo vivere una settimana con San Giuseppe. La festa del santo è venerdì 19 Marzo e i giorni che la precedono saranno l’occasione per poter pregare e riflettere a partire dalla figura del falegname di Nazareth. Perché questo? Perché in questo tempo di coronavirus dobbiamo lasciarci guidare da San Giuseppe? Ci sono diversi aspetti che ci possono coinvolgere e affascinare guardando allo sposo di Maria.

Giuseppe è un uomo che personalmente mi sta molto simpatico (con questo non voglio dire che ci siano santi/e antipatiche… ovviamente) in quanto manifesta dei tratti umani molto interessanti e di estrema attualità. Un primo tratto è che uomo del silenzio. Il silenzio di Giuseppe non è il mutismo selettivo che molte volte vediamo nelle persone che non vogliono o non sanno dire qualcosa. Ci sono persone che tolti quei due/tre temi non sanno dire più niente di vero e di autentico, oppure ci sono quelli che si rinchiudono in un mutismo dato dalla voglia di non comunicare col prossimo, persone che si chiudono a riccio nei propri, stretti, orticelli. Giuseppe no, il suo silenzio è diverso. Sono convinto che nella sua vita il nostro santo abbia parlato e detto tante cose, sicuramente interessanti e giuste, ma i Vangeli non ci consegnano parole pronunciate dal falegname di Nazareth. Ci dicono però di un silenzio che sa guardare la realtà e contemplarla. Una realtà dove Giuseppe, proprio perché ha saputo farla oggetto della sua contemplazione, l’ha amata e a partire dalla volontà di Dio si è messo all’opera. Il tragitto Nazareth-Betlemme-Gerusalemme-Egitto e ritorno, Giuseppe l’ha compiuto sapendo cosa voleva dire prendersi cura di Maria e di Gesù Bambino. Poche parole ma tanta azione, e non sempre in condizioni facili, anzi. La figura di Giuseppe mi fa ricordare quella dei miei nonni (e penso a quelli di tanti di noi), che in mezzo alle difficoltà e alle fatiche della guerra e del dopoguerra si sono rimboccati le maniche e con poche parole si sono messi all’opera. Sempre collegato a questo aspetto Giuseppe ci insegna quello che oggi si chiama resilienza, che permette di saper trarre del bene anche dalle cose che non vanno, dalle difficoltà. Quante difficoltà ha trovato Giuseppe nella sua vita, quante situazioni dove avrebbe potuto dire: “mi tiro indietro!”, invece ha saputo cercare la verità anche quando non era facile e questo gli ha permesso di scoprire e vivere il bene che Dio gli ha messo sulla strada della sua vita, cioè il legame con Maria e Gesù. Noi viviamo un tempo non facile, sicuramente impegnativo, ma se guardiamo al falegname di Nazareth, e lo preghiamo, siamo sicuri che non abbiano niente da imparare?                                  don Luca