Taumaturghi

Punti in comune. E’ quello che emerge guardando i nostri tre patroni, Biagio, Michele e Martino. Cosa hanno in comune? Tante cose. Uno è quello di essere riconosciuti santi dalla Chiesa e di essere indicati come esempi da seguire e figure a cui rivolgersi nella preghiera per chiedere una intercessione. Ma fra le varie qualità che possiedono alcune di esse sono oggi di grande attualità e necessità. Biagio e Martino sono due vescovi che sono considerati anche potenti guaritori. Di San Biagio abbiamo tutti in mente la guarigione del bambino che aveva la lisca di pesce conficcata in gola. A lui ci si rivolge per avere la guarigione dal mal di gola e da tutti gli altri mali. Di San Martino si parla spesso del taglio del mantello come gesto di carità, ma accanto a questo e a numerosi altri episodi, il patrono di Pianello ha operato diversi miracoli di guarigione. San Michele è un arcangelo che ha nelle sue raffigurazioni classiche la lotta contro il demonio, menzionata anche in alcuni passi della Bibbia. Santi, i nostri patroni, che hanno svolto e svolgono una intensa attività di guarigione sia verso il corpo come verso l’anima. I Santi che operano guarigioni verso il corpo sono detti anche taumaturghi (da taumaturgia parola formata a partire dal greco θαῦμα thaûma, “prodigio” e ἔργον érgon  “opera” è un ramo della religione che si occupa dei prodigi e dei miracoli. San Michele opera combattendo il demonio, il male per eccellenza, capace di colpire la persona nel suo corpo e di procurare la dannazione eterna. Santi quindi che contrastano il male fisico e spirituale. Santi che non sono dei maghi ma che sono figure che ci richiamano alla continua lotta contro ciò che separa e divide. La salute del corpo è senz’altro un dono prezioso e necessario, ma non è l’assoluto in quanto non è eterna. Abbiamo la possibilità di curarci e di contrastare dove si riesce l’avanzare della malattia. Ma abbiamo anche il dovere di non perdere di vista la salute dell’anima. I due Santi taumaturghi, Martino e Biagio, con San Michele ci pongono di fronte a questa mèta. Nel tempo della pandemia, dove non hanno smesso di essere presenti anche le alte forme di malattia, possiamo guardare a queste figure a noi care per chiedere il dono della salute e della salvezza. Chiedere non vuol dire “fai tutto tu” ma vuol dire affidarsi e domandare la forza per poter affrontare quello che si sta vivendo. Chiedere la grazia per essere forti nella fede. Chiedere la speranza per vivere il presente e il domani con apertura del cuore, tesi a ricercare il bene che abbiamo davanti nel nostro cammino. Chiedere la carità per essere vicini e consolare chi ha bisogno. E allora i miracoli accadono…              don Luca