Vivere intensamente il reale

Una vita scialba e spenta è quello che tutti noi vorremmo evitare. La mediocrità e il vuoto esistenziale sono dimensioni che creano angoscia e mancanza di speranza. Rendere la vita intensa e interessante non è però soltanto questione di età anagrafica o della quantità di cose da fare. Si tratta più in profondo del senso che si da alla vita. E qua vengono messi in gioco aspetti che coinvolgono tutto di noi. Vediamo a volte persone che si affannano, nel senso vero della parola, per cercare di “riempire” la settimana. Si incomincia fin da bambini quando vengono fatti fare le più disparate attività. Non di rado si vedono bambini che oltre alla scuola, sono chiamati (per loro voglia o per aspettative dei genitori…?) a correre nei pomeriggi da un corso all’altro, da un allenamento sportivo ad una prova teatrale. Oppure si riempie il pomeriggio e la serata dei più piccoli offrendo loro un vasto repertorio di accesso a videogiochi e canali televisivi (dove passa di tutto e di più). Anche nel mondo adulto e in quello più “maturo” si vede in certi casi un’ansia di riempire la giornata, facendo qualcosa che dia possibilità di “coprire” la domanda di felicità. Mi ha colpito un dato emerso da una ricerca che mostra come in Alto Lago (dove viviamo noi, e non in altri posti) ci sia una elevata percentuale di gente che spende cifre considerevoli nelle macchinette o nei biglietti del “gratta e vinci” o nelle sale scommesse (in effetti basta passare davanti a luoghi deputati a ciò per rendersene conto). Vivere la vita in modo bello non è quindi possibile rinchiudendosi in prospettive parziali e spesso effimere che il più delle volte anziché risolvere i problemi li creano e li amplificano. Occorre vivere intensamente il reale. Ovvero desiderare una ragione capace di riconoscere il reale in tutta la sua profondità. Questo nasce e si realizza nell’avvenimento cristiano. È in forza di ciò che la ragione compie la sua natura di apertura davanti allo svelarsi stesso di Dio. Il cuore della proposta cristiana è l’annuncio di un avvenimento accaduto, che sorprende gli uomini allo stesso modo in cui, duemila anni fa, l’annuncio degli angeli a Betlemme sorprese i pastori. Questo avvenimento di Cristo nato morto e risorto, resuscita o potenzia il senso elementare di evidenze originarie cui diamo il nome di “senso religioso”, cioè il sapere che il nostro cuore è fatto per l’infinito e per un desiderio insopprimibile di felicità. La vita quindi diventa bella se sappiamo trovare Qualcuno (Gesù) che le dona un senso autentico e vero, che tenga dentro tutti gli aspetti. Fissare l’attenzione nel presente sulla Presenza di Cristo in mezzo a noi. In questo ci aiuta concretamente la preghiera e la vita della Comunità cristiana.  don Luca